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Il cinema è morto…anzi risorgerà
Un lungo letargo attende le sale cinematografiche per l’emergenza sanitaria
Le originali dichiarazioni di grandi registi per battere i fantasmi pandemici

A cura di Franco Ferri

Christopher Nolan: Dichiarazione d'amore per le sale
Christopher Nolan: Dichiarazione d'amore per le sale
L’effetto Covid ha involontariamente aiutato la televisione a ingigantire gli ascolti durante lo sventurato periodo,mentre dall’esterno si diffondeva la sensazione di un nuovo tipo di potere tecnocratico condizionante,contraddittorio,preso dai virologi di massa quali traghettatori assoluti di una stordita società. In parallelo il mezzo mediatico aggiornerà una tipologia di nuova surreale video estetica grazie alle apparizioni da ombre spettrali sorte nei collegamenti casalinghi con webcam. I mesi dell’emergenza sanitaria non sappiamo se per la storia diverranno giorni che sconvolsero il mondo ma con certezza stanno ingigantendo le topiche di un paese cui siamo perennemente abituati. Quelli che speculano sulle mascherine in procinto di divenire capitani di un enorme business e coloro che rischiano grosso andando al supermercato con poca moneta. Grazie alla grottesca ordinanza di un sindaco che imponeva ai malcapitati di fare spesa con scontrino minimo di 50 euro fregandosene di solidi diritti costituzionali a tutela delle genti. Dalla commedia al dramma,fa spavento assistere al vergognoso spettacolo di settori politico economici che spingono interessi particolari dimenticando una tragedia con decine di migliaia di vittime quasi fossero un dettaglio da scordare al più presto. Sono al pari di quelli del calcio,spregiudicati virali,che pretendono fretta pelosa nel voler la ripartenza di campionati e coppe. In linea generale tutti concorrono all’imprinting dell’hashtag più ipocrita e conforme votato al qualunquismo fuorviante. " Quando sento dire che andrà tutto bene mi vien voglia di spararmi ”,s’esprimeva in tv per raggelato urlo Poiana (Andrea Pennacchi) durante "Propaganda Live”. L’equilibrio tra legittima difesa della salute e la tutela di inalienabili diritti alla libertà s’affossa di fronte a evidenti modalità. L’incubo di oggi potrebbe aver ripercussioni imprevedibili quando tornano a moltiplicarsi i virus di un proibizionismo mai domo. A tal proposito Il Foglio s’interroga sperando che,” La libertà venga ridiscussa non sulla base dei criteri punitivi,mortificanti e infantili adattati da alcuni governi per contenere i contagi,perpetrando smarrimento e angoscia”. Il concetto di libera espressione s’affievolisce troppo quando nella lista di attività essenziali alcune sono discutibilmente timbrate off. Chi fa riferimento a cultura,spettacolo e intrattenimento notturno non viene considerato primario mettendo al bando per chissà quanto importanti campi del pensiero e delle relazioni sociali. Rientrano nella strana lista discoteche,teatri e cinema che non sembrano detenere ruoli strategici nell’interrelazione di un paese. David Turrini su Millennium dice lapalissiano. “ Non era mai successo,il cattivo protagonista,è il coronavirus. E il cinema chiude ”. Il metro economico che si usa per considerare l’importanza di un’attività su un’altra tende alla sopraffazione di una grande ricchezza non sempre monetizzabile,quella culturale: Eppure l’indotto del cinema è uno dei pochi che grazie al computo vero delle presenze potrebbe reclamare primati. Nonostante nel paese si soffra di un’affluenza molto contenuta rispetto ai grandi paesi europei per biglietteria vanta ingressi superiori al pianeta del pallone o di tanti altri,la sua rilevanza travalica epoche e sfondi di altrettanta drammaticità. Vogliamo memorizzare quanto ha scritto Roberto Escobar sul Sole 24 Ore,” Durante la guerra tra un bombardamento e l'altro,i nostri padri,nonni e bisnonni affollavano sempre più le sale. Solo chi non sa valutare il significato profondo del cinema può fermarsi a una tale prospettiva tutta in negativo ”. La visione di un film contempla sguardi oltre che sostengono la parte più psicologica e aiutano all’immaginazione quale patrimonio fondatore della personalità,però prosegue Roberto Escobar, “ Lo spettatore si porta via uscendo dalla sala un senso rinnovato di sé,cosa sarà di tutto questo,se le sale resteranno chiuse ancora a lungo ? ”

Edgar Wright e Dario Argento
Edgar Wright e Dario Argento
Gli schermi erano già spenti prima del lockdown,sicuramente il pubblico ha avuto paura malgrado i contagi siano poi aumentati a prescindere dalle proiezioni ma per ricominciare le attività a breve restano perplessità fra gli stessi addetti ai lavori. Piera Bernaschi (Anec) afferma,” Pensare a riprendere velocemente con limitazioni di presenze sarebbe la scelta peggiore: si comunicherebbe al pubblico un messaggio di pericolo “. Trova rottura il luogo cinema quale motore blindato per la rappresentazione subcosciente,che aggredita da condizioni strettamente razionali non autorizza più alle caratteristiche mitopoietiche dello stimolo film,mentre d’inverso continuerà a metabolizzare angosce quotidiane senza linea di confine. “ Se la sala diventa un luogo «magrittiano» e con una sparuta platea dì spettatori con la mascherina ? ”, porge l’inquietante dubbio e possibilità da futuro distopico l’attore Sergio Castellitto su La Repubblica . Al capezzale della sale cinematografiche giunge un esperto che prima di essere grande regista è un appassionato frequentatore di cinema,Christopher Nolan (Il Cavaliere Oscuro-Il Ritorno, Inception). In una splendida lettera al Washington Post diagnostica ragioni credibilmente pragmatiche,“ I cinema vivranno tempi cupi e sarà così per un po’,ma i film,a differenza dei prodotti invenduti nei negozi mantengono un valore continuo “. C’è qualcosa di più che il creativo artefice di Interstellar vuol dire esternando quasi fosse una dichiarazione d’amore per una perdita inattesa, “ Quando questa crisi passerà,la necessità sarà più potente che mai,quella di un impegno umano collettivo,la necessità di vivere,amare,ridere e piangere tutti insieme dentro le sale ”. Rivolgendosi idealmente ad ogni spettatore lancia un’ancora di rinnovante identità tra le pellicole e l’intima energia che sanno produrre in modo unico ". Abbiamo bisogno di ciò che i film possono offrirci. Come me pensavi di andare al cinema per il suono surround,le bibite,i popcorn e le star,ma non era questo che noi tutti cercavamo nel profondo. Eravamo lì l'uno per l'altro “. L’indistruttibile legame tra storie e persone che soltanto nell’ancestrale camera oscura di un cinema si realizza appieno stabilisce con ottimismo ponderato,secondo Noilan,la possibile resurrezione del grande schermo. Un giorno tornerà,ma perché questo accada al di là dei pandemici fantasmi servirà una stretta collaborazione economica tra spettatori e il magico habitat. Non confondiamola con gli aiuti pubblici come spesso succede dalle nostre parti,sulla rivista inglese Empire un altro talentuoso regista,Edgar Wright (Baby Driver) suggerisce di comportarsi così. " La generale chiusura delle sale cinematografiche potrebbe essere più impervia che mai,specialmente per i cinema indipendenti. Cosa si può fare per aiutare quegli schermi chiusi che frequentavate di solito ? Un modo per mostrare il vostro incrollabile sostegno è di acquistare un abbonamento o gift card per voi e i familiari. Potrete non avere modo di andare al cinema per i prossimi mesi ma vi sentirete bene per aver dato una mano alle tante persone che lavorano in quei cinema e che grazie alla vostra solidarietà manterranno il lavoro quando tutto sarà finito “. Edgar Wright termina il lodevole invito ricordando che lui stesso compra e sta procurandosi gli abbonamenti dei cinema dove si reca abitualmente concludendo con il bocca al lupo più epidemico, “ Non vedo l'ora di tornare in sala “. Anche Dario Argento rivolge un augurio personalizzato alla vita per la cinematografia,non solo perché in autunno girerà un nuovo film,ma incalzato da Arianna Finos (La Repubblica) su cosa gradirebbe fare quando il triste momento cesserà,potendo di nuovo uscire di casa,sostiene con malcelata gioia,” Vorrei andare subito al cinema ”.
30 aprile 2020