Parole al vento, Il profumo dell’Oscar selvatico
Figuracce estreme dopo che Io Capitano è stato sconfitto nell’ambita corsa
A Ceccherini e Sabrina Ferilli non piace l’affermazione della Zona d’Interesse A cura di Franco Ferri Ceccherini e Ferilli. In mezzo alla tempesta Con maggiore aderenza a certe risultanze osserviamo semmai un traboccante qualunquismo che dei noti personaggi esprimono a ruota libera mostrando un’evidentissima carenza di conoscenza nella disciplina da cui traggono risorse. Se avessero seguito La Zona di Interesse in quasi un anno di trionfi di critica e successi ai box office mondiali potevano sapere in anticipo che la storia non avrebbe avuto rivali alla notte del Dolby Theatre. In parole semplificate e comprensibili contano i risultati per andare sul tetto del mondo,il film di Jonathan Glazer assomiglia in questo al Manchester City che imponendosi ovunque non stupisce se poi vince la finale di Champions League. Però nel cinema non serve il tifo calcistico ma la sensibilità che scopre,rendendo vicina e omogenea anche la vicenda realizzata lontana da casa propria. Il volonteroso film di Garrone non ha stabilito nel giro internazionale una pari permeabile grandezza che conquisti rispetto al competitor. Anzi sull’argomento se c’è qualcuno che dovrebbe arrossire per ciò che ha detto a causa di un lampante conflitto d’interessi risulta proprio l’attore toscano. Ceccherini è co-sceneggiatore di Io Capitano,finendo per apparire tanto scorretto con un avversario in gara viene spontaneo chiedersi perché non abbia risolto lui stesso in sede di scrittura quelle lacune presenti nel film che forse avrebbero dato all’avventura narrata un altro passo? Sono le zone grigie che lasciano strascichi,non fanno miracoli,non costruiscono con autorevolezza un originale messaggio,forse aveva timore della verità? Al contrario La Zona d'Interesse realizza una zona nuova e interessante guardando in faccia alle zone nere estraendo un fondo metafisico importante che quest’anno non ha avuto rivali. Con parole scritte al guanto di velluto s’interessa all’argomento Massimo Gramellini nella personale rubrica ospitata da Corriere.it. Indicando soprattutto l’attrice costruisce con garbo un fendente che in verità lascia il segno intenso,”Pazienza per Ceccherini,ma ci si è messa pure Sabrina Ferilli,una che sembrava allergica ai luoghi comuni. Vedere un film prima di giudicarlo in certi casi aiuta. Si scoprirebbe che «La Zona di Interesse» non è un film sugli ebrei,come sostiene l’arguto Ceccherini,ma su una famiglia che vive a ridosso di un lager senza curarsene. Racconta la miopia del nostro sguardo,la meschineria di chi non alza mai la testa dalle proprie rassicuranti certezze”. L’Oscar per certo non ha sbagliato consegna e se la delusione resta spessa per Io Capitano dobbiamo ricordare come il film di Garrone abbia subito nel contorno mediatico un umiliante strascico che non meritava. Sul banco degli imputati torna la disinformazione e il metodo solitamente approssimativo che regna in tv quando si tratta di dissertazioni cinematografiche. Stavolta è la Rai,oltretutto produttore del film,che nel Televideo (immagine a lato) annuncia subito la notizia dell’Oscar vinto dalla pellicola di Glazer,”Una delusione per l’Italia”…”Il film di Garrone ispirato alla vita del capitano Schettino e al disastro della Costa Concordia aveva suscitato grande interesse e aspettative” Anche questo è un modo di dare notizie (grottesche) che confermano ancora la caduta del servizio pubblico,ma non di meno evidenzia scarso rispetto per la stessa kermesse hollywoodiana. E pensare che grazie alla diretta Rai1,la Notte degli Oscar,aveva avuto in Italia il migliore share di sempre dopo anni di ascolti minimali su altre reti. Le zone bugiarde invece passano sempre indenni.
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