“Crash” cinema evoluto nel suo stato di grazia
Esistenzialità dove i protagonisti sono nel percorso di un karma rinnovatore
Il regista Paul Haggis L’azione quotidiana dei protagonisti viene intrisa da tocchi di psicodramma fornendoci una identificabilità dove la parabola esistenziale non trova mai congiunzioni con aspetti moraleggianti.(altra caratteristica tipica del realismo storico). L’ambiguità dei caratteri tocca corde che trovammo nei western del disvalore alla Sam Peckinpah e nei racconti noir di Raimond Chandler. Le notti di Los Angeles non sono evocazione Junghiana in stile Collateral semmai Crash per la sua percezione di urto comunica un cupo quanto illuminante affresco della società odierna. L’asciutto cinismo determinato da tanti risvolti umani,a volte meschini,a volte ipocriti ,concedono semmai un riesame in controluce fatto di accadimenti personalizzati. Ogni protagonista sembra percorso da un piccolo karma della quotidianità. In questo frangente ci pare abbia più somiglianze,non solo per location e narrazione asimmetrica,con Magnolia di P.T.Anderson forse il film più importante degli ultimi dieci anni. Se questo ultimo in chiave magico surreale esaltava la metafisica di una vitale rinascita attraverso la filosofia pragmatica del Karma, la storia diretta da Haggis sembra,e non certo come limite,stabilire una concretezza esistenziale per i vari segmenti di storie dalla quale trasformare e riequilibrare le zone nere della natura umana.
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