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Bille August, un danese per tutte le stagioni
Il Premio Oscar e Palma d’Oro fra intimismo e impegno civile prima del nuovo film
Racconta un lavoro mai giunto in Italia, la delusione per uno non fatto in America

Intervista di Franco Ferri

Bille August
Bille August
L’incontro con Bille August,intervenuto ad una rassegna dedicata al suo cinema,porta con sé le tipicità e il carattere dell’uomo artista. Apparentemente riservato,al contrario si mostra determinato e pieno di appassionante fervore quando possiamo discutere di film. Non soltanto parole circoscritte ai suoi lavori ma orizzonte di largo respiro guardando a tutto il pianeta del cinema. Da questa lunga chiacchierata viene fuori una sintesi in prima battuta didascalica quanto di aiuto per far comprendere una pellicola colpevolmente non distribuita in Italia,Marie Krøyer,mentre dall’altra sono esternate con chiarezza le dinamiche che integrano una personale visione all’interno dei drammi interiori come pure delle idiosincrasie presenti nel sociale. Sta per girare una nuova storia ancora una volta in Danimarca,ma in questi giorni avrebbe dovuto iniziare un lavoro a Los Angeles. Ora ci dirà tutto.

Abbiamo appena visto Marie Krøyer, film del 2012 ancora inedito in Italia, rappresenta per certe soluzioni una virata decisa con la tua filmografia degli anni precedenti ?

Sono tornato dopo venticinque anni a fare un film in Danimarca perché mi piaceva questo storia che si svolge alla fine dell’ottocento s’incentra sulla moglie del celebre pittore Peter Kroyer,avremmo potuto chiamarlo la scelta di Marie nel momento in cui questa donna,che fino allora aveva fatto con l’artista una vita aristocratica,dovrà fare una scelta coraggiosa.

Il ritorno al melò in costume potremmo considerarlo come distacco stilistico, decorativo lontano dalla sensibilità contemporanea ?

In quell’epoca usava scrivere molte lettere e da questa fitta documentazione il film trae motivazioni che oserei dire fortemente realiste dove i fatti,le emozioni ed anche i capitoli dolorosi sono memoria che ci consegnano una verità con tutta una forza emotiva tuttora pregnante. L’unico aspetto autentico non narrato nella vicenda,è la conoscenza di Peter e Maria che avvenne in Italia ma non potevamo girare lì per ragioni economiche.

La particolare scintilla che fa rileggere vite, cambiare i nostri percorsi sembra alla base anche di Stille Hjerte (Cuore Tranquillo), film che comincerai a girare prossimamente. Puoi dirci qualcosa di più ?

Vivremo la storia di personaggi significativi delle varie generazioni di una famiglia che durante un weekend si ritrovano tutti assieme al capezzale per salutare l’anziana capostipite ormai vicina alla fine. Mentre i giorni stanno passando si matureranno decisioni notevoli per i componenti familiari. La sceneggiatura è stata scritta dal giovane Christian Torpe,tutta la produzione come per Marie Krøyer è spiccatamente danese con interpreti Ghita Nørby,già protagonista di Con le Migliori Intenzioni e Morten Grunwald. Il film uscirà a settembre 2014 e speriamo che subito dopo possiate vederlo in Italia.

In questo periodo tanti personaggi di Danimarca con il loro cinema si sono fatti valere nel panorama internazionale, pensiamo a Thomas Vinterberg, Susanne Bier,  Nikolaj Arcel, Nicolas Winding Refn, oltre l’ormai classico Lars Von Trier. Possono essere definiti capofila di una scuola ?

In Danimarca il cinema sta vivendo un momento molto favorevole perché fra gli autori,i registi c’è molta condivisione del lavoro di ognuno,non c’è avversione. L’amicizia viene saldata anche nelle idee,molto spesso possiamo vedere prima che esca,senza che venga nascosto,il film di un altro. Questo crea ispirazione collettiva e in ultimo favorisce il proliferare di talenti. Senza dimenticare che abbiamo una scuola di cinema (Danske Filmskole) che ha una parte fondamentale nel forgiare eccellenze.

Nell’ultimo film distribuito, Treno di Notte per Lisbona, viene ricondotto quello spirito determinante che esalta l’impegno civile, caratteristica del resto presente anche in La Casa degli Spiriti e in Goodbye Bafana dedicato a Nelson Mandela. Recepiremo anche in futuro quest’importante traccia ?

Sono posizioni etiche non casuali presenti comunque in gran parte dei miei film. Proprio in questo periodo avrei dovuto girare a Los Angeles 55 Steps. Storia ambientata a San Francisco,è il racconto vero di una donna che a causa della somministrazione di una medicina aveva avuto effetti collaterali devastanti provocandole una malattia cerebrale. Aiutata da un avvocato che fa denuncia alle istituzioni sanitarie nazionali ingaggerà forte contrapposizione contro una casa farmaceutica di grande potere lobbystico. Avevamo anche la disponibilità di Helena Bonham Carter per il ruolo principale,poi prima del ciak un silenzio sospettoso dai produttori,e più nulla.

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