Francesca Izzo
Sono bastati pochi giorni per dissipare le residue speranze di riabilitazione nei cinema per
Quando La notte,film di Cristina Comencini. Pochi spettatori e posizioni di retrovia nella classifica hanno concesso scarse chance per un futuro dignitoso nelle sale ad una storia che passerà negli annali del festival di Venezia come fra le più contestate di sempre. Pubblico e parte della critica insieme,questa è una notizia,hanno messo all’indice una pellicola che obiettivamente non poteva essere salvata da qualunque angolatura ma il clima tempestoso non è andato giù a certi settori dell’informazione. Si poteva supporre che al momento del lancio del film qualche compromesso di opinioni sarebbe stato raggiunto. Natalia Aspesi di
Repubblica,giornale sempre generoso verso gli indirizzi dei piani alti cinematografici,aveva manifestato al festival una certa perplessità sul film della Comencini ma nell’imminenza dell’uscita nei cinema ne fa un bello spot in questo stile
,”Molto adatto alle signore e a coppie intelligenti”... “non è una fiabona 3D,non ci sono pirati e neppure terminator “. Anche
L’Unità chiama a raccolta le voci di assoluzione,evitando dissertazioni specifiche sulla struttura e linguaggio cinematografico,così spostando la discussione su generiche esposizioni in chiave etica e sociale si portano in primo piano elementi pedagogici che alla resa dei conti rimarranno sulla carta proprio per l’inefficacia semantica del film. Francesca Izzo ha conoscenza e esperienza dell’universo femminile ma un po’ meno di come si realizza un film,ci dice dalle pagine di quel giornale
,” Conviene soffermarsi sul perché questo film sia stato oggetto,alla proiezione per la critica a Venezia,di una gazzarra indegna”... “Il film parla della figura della madre,ma anche della paternità,in un modo che sconvolge le immagini consuete,retoriche e fittizie ”.
Francesco Borgonovo
Maurizio Porro sul
Corriere della Sera fa un’operazione in perfetto stile politichese per cercare di dare a
Quando La notte un voto di sufficienza
,” Se quello della Comencini fossero due film il primo sarebbe silenzioso,audace,segreto e appassionante(le qualità di un'autrice mai banale) “. Il critico sceglie una linea ideale e sostitutiva che reinventa in qualche modo la pellicola inserendoci arbitrariamente elementi soggettivi non rilevabili dallo schermo. Una buffa alchimia culturale perchè il film non si può scindere e rimarrà comunque diretto dalla Comencini e non da Porro. Fra i giudizi negativi che restano in ogni caso maggioranza assoluta abbiamo voluto selezionarne alcuni per una certa originalità di esposizione. Maria Rosa Mancuso tira fuori sul
Foglio questa topica.
“ Una cabina va su e una va giù,lui sale e lei scende,rapido sguardo,lo spettatore dovrebbe struggersi per l'infelicità degli amanti. Ridacchia invece”. Nel clima caldo Veneziano,anche nel meteo,la bufera Comencini provocava commenti al vetriolo lasciando alla penna di Francesco Borgonovo un’osservazione che vale la pena ritagliare da
Libero. “ Abbiamo appreso,quindi,che durante i film bisogna essere inespressivi,sembrare mummie,spalancare gli occhi,bisogna comportarsi come i protagonisti di “Quando La Notte”,film che ha avuto 400.000 € dal ministero giudicandolo di interesse culturale nazionale”…”Infine tornate a casa e auguratevi che la commissione ministeriale che ha deciso di concedere i fondi sia chiusa nella baita con la mamma killer del film.” Tanta pubblicità gratuita,senza aver potuto riempire i cinema,che il pubblico stia cambiando strada diventando cinico e critico ?