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Il ricatto del tempo
Nel cupo affresco di un prossimo futuro l’orologio sostituisce il portamonete
“In Time” fra folgorazioni da capitalismo darwiniano e riflessioni orwelliane

A cura di FRANCO FERRI

Il fantasy nella storia del cinema lo possiamo vedere alla stregua di un passaporto che ha saputo sdoganare idee politiche,filosofie radicali presenti nel contesto sociale rappresentandone la configurazione visionaria e profetica. Il fascino del suo rapporto con il pubblico ha avuto sempre sede nel dipanarsi di un gioco affabulatorio che è puntualmente riuscito ad affermare mascherando,senza metterle in secondo piano,la risultante e l’importanza di forti messaggi attualizzanti. Naturalmente ci riferiamo a quei film autoriali che di tanto in tanto appaiono ai nostri occhi desiderosi di visioni. Al momento opportuno arriva In Time,atteso lavoro di Andrew Niccol,che rinnova il suo stile inquietante e pessimista partendo da una concezione iperreale quanto ideale capace d’interpretare una lettura adattabile al nostro presente. Angelo Ponta su Panorama chiarisce i capisaldi della pellicola.” In un futuro molto attuale,gli esseri viventi vengono programmati per arrestare l'invecchiamento a 25 anni. Dopo quell'età,però,si muore,a meno che non si guadagni il tempo: lavorando,o rubandolo.”

Il temuto orologio inciso nelle braccia
Il temuto orologio inciso nelle braccia
Appare chiaro che il tempo è divenuto un’unità di misura sostitutiva del denaro classico,innescando e motivando situazioni drammatiche se non tumultuose. Gianluigi Rondi sul Tempo ricorda che “Sui polsi di questo o quel personaggio (ricordo funeste del Lager nazisti) gli orologi virtuali che esibiscono,segnano il rapido e fatale procedere verso i rimanenti minuti e in mezzo al concitato affannarsi dell'azione si può anche cogliere il suo messaggio socio-politico affidalo non troppo velatamente alle allegorie”. 

Michele Anselmi
Michele Anselmi
Rondi fa inoltre menzione al protagonista,Justin Timberlake descrivendolo “ faccia glabra e poco espressiva che avete già incontrato in "Alpha Dog",di Nick Cassavetes.” Sarebbe giusto ricordare che il film in questione è del 2007 in cui Justin era coprotagonista,altrettanto importante aggiornare,aspetto sfuggito all’opinionista, che nel frattempo l’attore si è conquistato uno spazio importante e da due anni circa può essere considerato per i successi ottenuti fra le top star emergenti di Hollywood. Non casualmente sta preparando il nuovo film per i fratelli Coen. Va considerata ponderata e costruttiva la riflessione di Giulia Vallan D'Agnolo sul Manifesto,introduce in modo didascalico al substrato sociale evidente nella storia.” l ricchi isolati in una fortificata cittadella del lusso diventano essenzialmente immortali. l poveri,in quartieri squallidi e pericolosi,devono lottare per sopravvivere l'istante successivo vendendo e riacquistando ore e minuti al mercato nero “ e per la gente comune.”I passaggi di casta non sono ammessi." Siamo di fronte ad una condizione allucinogena della realtà che fa da testa di ponte fra il presente e l’incubo di un futuro oscuro lontano dall’evoluzione.

Giulia Vallan D'Agnolo
Giulia Vallan D'Agnolo
In questa strada il film sa offrirci risposte costruttive dove continua nella sua analisi,Giulia Vallan D'Agnolo,“ Esiste premessa profondamente orwelliana per uno degli autori più orwelliani che ci siano,Il nuovo lavoro del neo zelandese autore di “Gattaca” rimane un film affascinante perché Niccol è comunque un autore misterioso,rarefatto e la sua fantascienza di matrice concettuale oggi sembra piacevolmente controtendenza “. Michele Anselmi sul Riformista parla di “ capitalismo darwiniano allo stato puro: se il tempo è denaro come teorizzò Benjamin Franklin, "In Time" estremizza il concetto in chiave di fantascienza ammonitoria ”. A proposito del binomio tempo-denaro,Roberto Nepoti su La Repubblica sostiene che va presa alla lettera e aggiunge la metafora più lampante ed emotiva del film, “ Sarà magari un tentativo a freddo per ingraziarsi i giovani che occupano Wall Street, ma ormai i nuovi cattivi di Hollywood sono le banche.“  In sintesi il film risulterà forse troppo improntato nei tempi di un action movie ma sicuramente possiede argomenti per lasciare tracce di discussione costruttiva.