Emanuele Crialese
Anche quest’anno il cinema italiano viene escluso dalla serata di gala dell’Oscar.
Terraferma non entra nemmeno fra i primi nove titoli e la corsa alla
Champions del cinema si interrompe come se nel calcio una squadra venisse eliminata nelle prequalifiche di Agosto. La cancellazione del prodotto nazionale dalle prospettive che contano del panorama internazionale,sta di anno in anno mettendo in azione un clima drammatico quasi frustrato dalle cocenti delusioni. Nel film di Crialese il passaggio verso la terraferma assume i contorni di un approdo per un esistenza decente spesso incalzata dall’irrazionalità di un miraggio,allo stesso modo si materializza la metafora in cammino di un cinema senza destinazione ma per Gloria Satta de
Il Messaggero ...
” E’ tutta colpa della sfortuna “. La reazione del produttore Riccardo Tozzi si concentra sui presunti meriti del film,
“ E' un'esclusione che non so spiegarmi in alcun modo. In questo film c'erano molti elementi vincenti: la bellezza dell'isola,i caratteri forti dei personaggi.” Un esperto dovrebbe chiarirsi meglio il significato dell’evento guardando in faccia le potenzialità dei concorrenti,evitando sottovalutazioni preconcette,
“ Nella rosa dei selezionatori ci sono anche film di cinematografie "minori" e questo rende anche più amara l'esclusione dell'Italia” ,dice,probabilmente illuso dal miraggio di appartenere ad un cinema ancora di serie A.
Gloria Satta
In lizza ci sono pellicole migliori,nonostante tutto la scelta dell’Anica di indicare
Terraferma candidato di bandiera,risultava più aderente al taglio del premio Oscar rispetto ad anni passati in cui furono proposti scelleratamente
Baarìa e
La Prima Cosa Bella,praticamente demoliti dall’opinione cinematografica internazionale. Per Paolo Mereghetti del
Corriere della Sera le ragioni dell’ennesima sconfitta sono da circoscrivere nel cerchio della “
diplomazia cinematografica ”,non è un problema di valori cinematografici se va male,casomai
“ L'immagine che offriamo è appannata,lontana da quella vincente che in passato aveva fatto dell'Italia il Paese straniero con più statuette.” Sulllo stesso piano Fulvia Caprara de
La Stampa vede che
“ Nell'immaginario dei membri dell'Academy,l'Italia sia diventata irriconoscibile,privata del suo vecchio profilo un po' scontato.” Academy colpevole anche per Oscar Cosulich,sul
Mattino scrive
“Terraferma parla un tema universale “ ne consegue che
“ non è riuscito a raggiungere i cuori e le menti dei votanti all'ottantaquattresirna edizione dell' Oscar “ i quali avranno fatto un macro errore,
“votando altri film meno adatti al pubblico americano ”.
Giorgio Carbone
Notiamo con vero rammarico che manca nel dibattito un confronto equilibrato e cinematografico con gli altri film,non si considera mai che all’estero vogliono pellicole veramente all’altezza di una kermesse mondiale.Sono molte stagioni che i film prodotti in Italia sono presentati in modo di racconto immutabile,senza uno stile raggiungendo un gap notevole anche verso storie provenienti da piccoli paesi dove c’è gente studiosa e appassionata di cinema. Sarebbe opportuno verificare uno status sulla salute del cinema italiano senza paraventi di istantanee del box office,cercando di capire le ragioni di un perché quando vanno all’estero quasi sempre i film italiani incontrano diffidenza o indifferenza. Giorgio Carbone da
Libero ci si avvicina maggiormente scrivendo che il film di Crialese,
“ Ha fatto la fine di tutti i candidati italiani nell'ultimo decennio “ prosegue,”
Bollito è il cinema italiano tout – court,bollito proprio quando sbanca i botteghini,la gente accorre e snobba persino i fìlmoni americani per le commediole.” In quest’ultimo passaggio potrebbe esserci la chiave di lettura più ampia nel rapporto fra società e il male oscuro del cinema in Italia.