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Fast & Furious, i segreti del numero sette
Un film per critici votati al segno della scoperta mai travolti da stanchezza
Una trama nella trama dalle quali la luce di Paul Walker non si spengerà mai

A cura di FRANCO FERRI

I protagonisti di 'Fast & Furious 7'
I protagonisti di 'Fast & Furious 7'
Non appartiene alla classe nobile dei film d’autore,è spudoratamente superficiale,contiene tutte le nefandezze del solito ripetitivo blockbuster americano,è un giocattolo che annoia prima di essere visto. Per questi e forse ancora più motivi la stragrande maggioranza della critica Dop con premeditato snobismo preferisce il silenzio di fronte ai rombanti motori guidati da Toretto & Co. Si tratta sempre dei soliti noti magari pronti all’istante,quando sentono l’odore forte che proviene dalla casta,ad omaggiare qualunque bufala di italica provenienza. Stavolta l’ennesimo sequel non ha seguito il solito percorso,li ha traditi a causa del numero seriale,l’episodio targato Fast & Furious porta quel numero sette che rappresenta il disegno della creazione,il punto magico e misterioso dell’equilibrio universale,insomma descrive la perfezione di un cerchio iniziatico partito in sordina anni e anni orsono. Per i critici consacrati al segno della scoperta e nemmeno per sogno travolti dal desiderio di stanchezza il film di oggi consegna sicuramente una storia che evita coraggiosamente le strade percorse in precedenza ripartendo con nuove esigenze di comunicazione. Piuttosto di affrontare un generico restyling,produzione e sceneggiatori hanno voluto avvitare un format che guarda meno al passato implementando nei personaggi un’aria evoluta di benarrivati figuri al servizio dell’umanità. Il plot passa con disinvolta abilità dalla spy story informatica all’iperrealismo con stazioni intermedie il dolce fermento sentimentale e l’adrenalinica fiamma dell’azione. Agitato con cura diviene un cocktail analcolico di gusto da sballo che conserva il fragore della casa mutuando divertimento ed empatia. Come sottolineato per qualcuno sarà sempre inverno del pensiero e cielo grigio su,foglie gialle giù nel riempire pagine di inchiostro sui propri quotidiani. Tra questi osserveranno,Alessandra Levantesi “ Una saga dalle trame inesistenti ” e Roberto Nepoti “Trama ridotta a tre righe”. Un critico può amare o detestare un film ma deve essere sempre pronto a sobbalzare in poltrona non a dormirci sopra. Il punto che invece affronta Anton Giulio Mancino de La Gazzetta del Mezzogiorno è opportuno alla percezione comunicata dalla pellicola.” Una riflessione acuta sulla meccanizzazione degli individui,che ormai vivono e si compenetrano con ogni sorta di dispositivo letale,dalle automobili alle armi,ai software.”

Francesco Alò
Francesco Alò
Per quanto riguarda tecnica ed espressività Francesco Alò (Il Messaggero) aggiunge “ Ha subito un netto miglioramento come recitazione,sequenze d'azione e snodi narrativi ”,proseguendo lo stesso critico ci conduce al fatto che in egual misura ha probabilmente contribuito all’incremento di successo,” Con il capitolo funestato dalla scomparsa di Paul Walker,si è paradossalmente raggiunto il massimo senso di questo tipo di offerta cinematografica “. Quest’aspetto che ha funestato fans e produzione fin dall’inizio delle riprese ha dato il via a disperazione come a illazioni per l’enorme feedback di opinioni e video nel web a supporto di un dubbio senz’altro clamoroso. La possibilità che il bluff abbia avuto corso stuzzica i fautori maligni del marketing a tutti i costi ma trascina l’idea stessa di cinema globale che include vita vera,coincide con la fiction o viceversa riadattando il concetto di esistenza a grande meta set sempre da reinventare. In ogni caso sono tutti protesi a cercar di comprendere le magie degli effetti speciali (una volta odiati) per scoprire il trucco arcano e James Wan,il regista,con adeguata nonchalance invita ad andare oltre,“ Credo che sia molto importante che la gente vada al cinema senza cercare di capire dove c'è Paul e dove c'è un trucco ”. Un film in fondo vive,non muore mai,e si nutre della stessa sostanza che oggi infiamma dibattito,a ricordarlo è Carmine Saviano de La Repubblica,” Si tratta di cinema,la forma d’arte che fa dell'illusione,dei trucchi,la propria ragion d'essere ”. La ragione comunque s’interroga sull’evento e chiede se ci possa essere un freno morale,ma riaffermando temi che il cinema proietta più in là dello schermo,Giulia D’Agnolo Vallan de Il Manifesto dice.“ Il taglia cuci digitale è molto meno intéressante di quello mitopoietico,ancora meno ha senso interrogarsi sull'opportunità o meno di finire il film postumo ”. Potevano riscriverlo,tuttavia sarà un problema da nuovo inizio con il successivo film,ancor meglio una trama nella trama è stata sicuramente alla stregua di un grande additivo del carburante,quello che fa vincere gara e carisma.“La saga di Fast and Furious è un mondo parallelo a tutti gli effetti nel flusso di emozioni allarga ambiziosamente gli orizzonti dimostrando maturità e saggezza nel dare umanità ai personaggi nonostante si tratti di film d’azione di puro intrattenimento”. Ad affermarlo è Antonio Bracco (Comingsoon.it).
12 aprile 2015