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I film Italiani più visti negli Usa
Ancora palpiti per La Notte di Antonioni che unisce idealmente ieri e oggi
Piacciono molte storie non in lingua inglese, India e Messico per il primato

L’uscita sugli schermi americani per una produzione cinematografica estera può rappresentare il balzo verso una definitiva notorietà internazionale. La vastità del mercato e soprattutto l’eco che rilancia il successo negli Usa rappresentano trampolino di lancio di assoluto valore globale,consolidato da fattori dinamici nei quali tendono a spingersi sempre più le cinematografie non di lingua inglese. Attualmente paiono scelte di retroguardia concepire marketing e produzioni di film ricettive soltanto per i paesi d’origine. Il segreto non sarà tanto nel realizzare pellicole asettiche in lingua inglese,ma quello di offrire storie forti che possano permeare spettatori di ogni latitudine e cultura contraddistinguendo il codice filmico di una lingua universale ovunque compresa. In caso opposto si evidenziano facilmente decadenza creativa e stagnazione del settore che non riverbera ripercussioni favorevoli sull’indotto economico di un paese. I precursori,profetici dalla visione senza confini,stanno già avendo risposte positive favorite da singolari escalation che mostrano anche una certa evoluzione nel linguaggio dei film. L’anno 2016 sta confermando tendenze avviate nelle stagioni scorse,se da un lato tra le pellicole extrastatunitensi la Francia continua a giocare un ruolo primario per quantità,dall’altro stiamo assistendo al veloce incremento di biglietteria per i film giunti dall’India. Storie come Sultan ($ 6.200.000),Ae Dil Hai Mushkil ($ 4.185.353) e Kabali ($ 3.903.095),toccano velocemente la gloria del cielo americano. Solo all’inizio degli anni duemila sembrava improbabile che la sintonia con molte produzioni in lingua originale potesse avere feeling al di là dei circuiti della East Coast. L’unica eccezione fu segnata da Roberto Benigni nel 1998/99 con La Vita è Bella ($ 57.500.000),ma tutto ciò adesso avviene con maggior regolarità sorprendendo per l’affermazione di canoni di racconto e format ideati su lontani modelli. Gli spettatori vanno a ricercare con sempre più spiccata modalità origini culturali diverse da quelle mainstream e non sono affatto intimoriti dai sottotitoli. Stanno decisamente facendo moda alcuni film di lingua ispanica provenienti dal Messico,entra in gioco il forte fenomeno dell’immigrazione registrato da anni negli States che va a coinvolgere il business delle coproduzioni. Quest’anno è capofila della filmlist messicana,la pellicola a capitale misto,No Manches Frida ($ 11.528.613). Sul variegato panorama la presenza del cinema italiano nella classifica a stelle e strisce durante il 2016 non risulta particolarmente brillante. Replicando un trend che sta proseguendo da anni i film della penisola sembrano non possedere più per gli spettatori Usa quel carisma di un tempo. Quasi a riannodare con nostalgia ieri e oggi,facendo intuire quanto valessero le pellicole di mezzo secolo fa rispetto a quelle odierne,la riedizione de La Notte di Antonioni ($ 35.110) pare susciti ancora certi palpiti e motivazioni per andare al cinema. Tra le storie contemporanee il miglior piazzamento è quello di A Bigger Splash ($ 2.024.099) diretto da Luca Guadagnino in lingua inglese con un cast quasi stellare (Ralph Fiennes,Tilda Swinton,Dakota Johnson). Per confronto è un passo indietro del regista siciliano che con analoga operazione produttiva,Io Sono l’Amore, raggiunse nel 2010 negli Usa un sorprendente incasso fissato a 5 milioni di dollari. Nuovamente interpreti di fama,molto conosciuti negli Stati Uniti (Salma Hayek,John C. Reilly) per Il Racconto dei Racconti di Matteo Garrone ($ 102.186),nonostante il rinnovarsi della confezione internazionale temi e vicenda risulteranno quanto di più indeterminato,per effetto dei quali consenso e numeri resteranno esigui. C’era attesa per il ritorno di Nanni Moretti che diverse stagione fa ricavò $ 548.115 sugli schermi nord americani con Habemus Papam. Ora il suo ultimo lavoro,Mia Madre,con l’attore newyorkese John Turturro,uscito a fine agosto si attesterà a $ 303.002. Nelle sale di alcune metropoli ha trovato programmazione,L’Attesa ($ 55.804) di Piero Messina,reduce da Venezia 2015 e interpretato da Juliette Binoche,ma i fari più abbaglianti spingono su Fuocammare di Gianfranco Rosi che l’Italia ha candidato come proprio rappresentante per gli Oscar 2017. Il documentario ha iniziato le proiezioni già da settembre e gli schermi aumentati di settimana in settimana hanno finora fatto registrare totale a $ 57.115. L’immagine che riflette la speculare lente Usa sulla cinematografia italiana è quella non esattamente da primo livello,ma se guardiamo con attenzione le risposte del mercato italiano notiamo come i film nazionali stiano diventando di seconda fascia anche per gli spettatori peninsulari. Dall’inizio (agosto) della stagione cinematografica 2016/17 nessun film che batte bandiera tricolore sta nei primi dieci della nostra classifica. In Italia la regola della tv uguale cinema ha generato malformazioni nel sistema e i pessimi film,ormai settimanali,sono anche il frutto di una filiera superprotetta che se frega di eventuali surplus dal box office.
20 novembre 2016