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Al cinema con Terry Gilliam
The Zero Theorem è il film che vediamo accanto al talentuoso regista
Un’occasione per parlare di cinema,web,potere e nuovi progetti in vista

Intervista di Franco Ferri

Terry Gilliam
Terry Gilliam
Vedere un film insieme al suo autore può essere un’occasione dove tutto è previsto se non ingessato dal clima ufficiale ma vederlo accanto a Terry Gilliam,grazie al carattere libero e debordante del personaggio,diviene una rimpatriata tra amici. Il regista ha voluto presenziare alla proiezione del suo ultimo lavoro,The Zero Theorem,in semplicità come uno dei molti spettatori in sala. Ma come del resto non c’é un protocollo d’acciaio,s’insinua stranamente una specie di sceneggiatura invisibile che gli consegna un colpo di scena inaspettato per assistere al proprio film. Lui stesso ne parlerà in seguito come fosse un’originale scoperta di sensibilità cinefila,sebbene alle sorprese e all’umorismo nero fosse già abituato dopo aver letto nei mesi scorsi su Variety la notizia fake della sua morte. Vita e commedia fanno parte di un background che danza intorno ad una filmografia mai piegata ai tabù,in questo modo abbiamo iniziato una conversazione per puntualizzare il quantum di in film tuttora inedito e di conseguenza poco discusso in Italia. 

Terry bentornato in questo mondo dopo averci lasciati ma la luce di un’altra dimensione ti ha forse impedito di vedere stasera il tuo film e tutto quanto ci circonda ?
Sono ormai abbonato al gossip trascendente ma a quest’ultimo imprevisto non ero preparato. Purtroppo il cloro mi è entrato negli occhi,pensavo di non vedere mai più sebbene stasera la vista per precauzione mi è stata interdetta. Però devo dire che avevo visto il film molte volte ed oggi dopo averlo solo ascoltato attraverso l’ausilio dei dialoghi,rumori,pause riconosco qualcosa di strutturalmente nuovo che non avevo mai scoperto prima. Quest’aspetto mi ha convinto per un senso di perfezione ritmica dei meccanismi davvero sorprendente oltre me stesso. 

Cosa racconta The Zero Theorem ?
E’ una storia di un uomo molto triste che non riesce a capire i significati del mondo intorno a lui. Per questo ringrazio le capacità recitative di Christoph Waltz che sono state fondamentali,hanno avuto un’aderenza eccezionale,totalmente interiore e rivelatrice dello stato delle cose intorno al protagonista Qohen. Il film aveva bisogno di ciò possedendo uno stile di svolgimento che non si esplicita con l’azione,al contrario oggi preminente nei fantasy.

Dal profondo del personaggio emerge anche un desiderio anarchico di libertà senza veli. 
Nel film c’è tutto quello che si può fare,quello che mi spaventa del mondo moderno è che ci dicono quello che non possiamo fare per proteggere le nostre ipotesi di sicurezza,questa è una cosa spaventosa.

Che tipo di produzione è stata The Zero Theorem, in quali modi il budget ha condizionato le riprese ?
Abbiamo realizzato il film a Bucarest dove i costi sono molto inferiori che altrove in un budget al risparmio ($ 8.500.000). Alla periferia della città abbiamo trovato un mercatino cinese che vendeva di tutto, stoffe,tende,tovaglie,camicie con prezzo fissato al chilogrammo. Questo ci ha permesso di realizzare costumi di fantasia con resa scenografica molto affidabile. La virtualità anche nel senso pratico ci ha aiutato ricreando magnifici,surreali scenari inesistenti che sembrano veri. Al proposito qualcuno mi ha chiesto in quale parte di Bucarest fosse ubicata la chiesa sconsacrata dove Qohen ricrea la propria solitaria dimora avveniristica.

Il film offre una visione pessimistica del presente,o futuro prossimo,quasi che la società del web sia un possesso ad uso delle nuove corporation. Si completa un discorso filosofico simile a lavori passati come L’Esercito delle Dodici Scimmie ?
Voglio farti una premessa,il rapporto tra uomo,tecnologia,creatività è molto pericoloso può trasformarsi in una cosa buffa e grottesca. Io stesso qualche volta vengo identificato con i miei film e non mi sembra corretto. The Zero Theorem parla del potere del computer che ti fa stare al massimo dei giri,ti fa parlare,guardare avanti,partecipare come annoiarsi. Va ridefinita la linea di causa ed effetto,tutto determina nuove condizioni per i nostri cervelli,forse imponderabili ma molto più interessanti della presenza in rete di poteri economici chiamati Google,Apple o Amazon. Mi interessano i mondi della virtualità e con questi il legame multiforme che li lega a doppio filo con gli uomini.

Il linguaggio dell’informatica ha portato una rivoluzione che sta cambiando il mondo puntualizzando la mappa di nuovi poteri. Idee e simboli configurano strutture un tempo inconcepibili e l’uomo si avvicina ai segreti dell’universo. Cosa pensi ?
La differenza tra il film odierno e Brazil era che in quel film al centro c’era il potere dei governi,ora invece c’è il privato. L’uomo spinge sempre più un personalismo che diventa potere senza accorgersene .In questo panorama la complessità viene sfruttata da alcuni con successo,purtroppo in negativo tendiamo a cedere come individui la nostra privacy,le nostre identità inconsapevolmente le calpestiamo concedendo dati sensibili a soggetti sconosciuti. Ma siamo ugualmente contenti pur di aver disponibili qualche megabite di navigazione in più.

La forza artistica del cinema viene insidiata dal potere della televisione ?
L’industria televisiva cerca di aumentare interesse e profitti con serie che sotto molti aspetti vorrebbero inseguire appeal e somiglianze con il cinema. Molti scrittori vengono ingaggiati per questo,consideriamo che grandi network americani da Hbo,Showtime a Netflix stanno investendo nel settore ingenti risorse. Personalmente non amo quel genere,preferisco lavorare per il cinema,le storie su grande schermo hanno migliore impatto e considero la cinematografia un livello di scrittura tuttora superiore. Anche Amazon vuole entrare nel giro e sembrerebbe interessata alla coproduzione di The Man Who Killed Don Quixote.

Allora tutte le voci negative si stanno dissolvendo, finalmente si parte per la lavorazione dell’ormai mitico Don Quixote ?
Ci metto tutto me stesso e resto convinto di poter iniziare nei primi mesi dell’anno prossimo. Nonostante il film venga perseguitato da sfortune ciclopiche,allo stato attuale spero che l’amico John Hurt, il mio Don Chisciotte,possa rimettersi presto in buona salute e l’aspetto sul set.

 

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22 novembre 2015