Primo Piano
Crossfire
Film Joker
Box Office World
Premi & Festival
Trova Cinema
La Vetrina
In Sala
Scrivici
Vedi tutti i film in programmazione
Flight Risk Trappola ad Alta Quota
Colpi d’Amore
Bird
The Legend of Ochi
Thunderbolts*
Black Bag Doppio Gioco
Until Dawn Fino all’Alba
The Accountant 2
I Peccatori
Moon il Panda
La doppia vita di Biancaneve
Al contrario di quanto si dice la nuova versione del classico Disney è valida
Un tema centrale di esplicita modernità per un restyling dalla buona sostanza

Gal Gadot e Rachel Zegler protagoniste di Biancaneve
Gal Gadot e Rachel Zegler protagoniste di Biancaneve
L’interesse della trasposizione Disney della fiaba dei Grimm che dopo quasi un secolo dalla prima uscita continua a suscitare passioni,rappresenta un fenomeno unico cui qualunque profluvio di parole o concetti togati non renderanno mai conclusioni definitive. La ritualità e l'ipnotica concentrazione nel vederlo é una consuetudine ormai storica. Non c’è oblio per Biancaneve e i Sette Nani. Non esiste l’epiteto “datato” che genericamente si tende a dare a quei lavori di intrattenimento ormai logori dagli anni. Non si applica pietra tombale o l’indifferenza tout court dopo aver visto l’opera alla quale Walt Disney dedicò con fatica ricompensata un certosino,maniacale,sviluppo teorico e tecnico. A tutt’oggi il cartoon resta una specie di vademecum indispensabile per ogni bambino (non solo) che si affacci alla vita,e la sua visione tra sussulti,gioie e timori rappresenta un quantum di insegnamenti dalla stessa intensità di lezioni apprese a scuola. La sua forza risiede nelle impressioni comunicative,quelle che colpiscono un inconscio in formazione lasciando segni importanti che in seguito si potranno ritrovare e cogliere nel mondo reale. Indubbiamente la sceneggiatura grazie alle possibilità rese dall’animazione ha disseminato tante espressività che schiudono archetipi e valori senza tempo. Crediamo siano le due figure preminenti ad averli fatti assimilare di generazione in generazione per merito soprattutto di una stilizzazione narrativa che garantisce il taglio impressionista alla storia. Il passo del nuovo progetto della Casa Disney di realizzare una versione live action con attori in carne e ossa venne preso presumibilmente come profanazione alla sacralità della fiaba,ma ciò che conta sarà in definitiva quanto una storia riesca poi a riflettere luce dal grande schermo. Non diamo retta a quei media che non verificano mai,per i quali ancora il Biancaneve di Marc Webb risulterebbe un flop,sebbene nella realtà mondiale definita dai biglietti venduti abbia già superato 200 milioni di dollari. In tutta onestà senza pregiudizi la nuova versione di Biancaneve interpretata dall’ottima e poliedrica Rachel Zegler offre un risultato molto positivo. Lontano dall’essere il remake copia incolla del capostipite cartoon (come accaduto per alcuni live action Disney) ricrea una strada reattiva cercando però di non voltare lo sguardo al film del 1937. La rinascita di Biancaneve è una sorta di altra vita che sa e deve radicarsi in un altro secolo composto da evoluzioni,specifiche,riconoscibilità salienti,in cui la costruzione dei caratteri assieme alle dinamiche delle situazioni dovranno combaciare il più possibile con le sensibilità odierne. Ciò che invece la scrittura tende a riconoscere dal progenitore quali basilari elementi di comunicazione sono le strette osservanze verso soluzioni per portare in emersione la profondità dei significanti. La regia di Marc Webb dovrà esplorare pagine e argomenti che negli anni trenta era eufemisticamente difficile trattare in una pellicola per famiglie. Pure allora Walt Disney a suo modo volle con coraggio affrontare sentieri inesplorati rendendo più chiari dei tabù che negli scritti dei fratelli Grimm risultavano velati quanto accessibili per unica via intellettuale. Quei segni potenti da attento studio Junghiano hanno fatto epoca. Ora la mite e fragile Biancaneve capirà che per guadagnarsi l’amore incerto e la libertà dalla dispotica matrigna dovrà combattere sodo. Non basta il bacio taumaturgico del buon Principe per cambiare un orizzonte di tenebre,anche il destino va guidato e non si rivelerà con l’attimo di una saetta provvidenziale. Quindi nasce l’idea risultata azzeccata di ampliare e descrivere attraverso articolati momenti di esplicita grazia in chiave realista le suggestioni con le contiguità che sorgono dall’uso del Potere. Nella precedente versione potevamo appena intuirlo come sinonimo di autoritarismo,nell’utilizzo dell’ego ad opera della Regina che privilegiava occulte facoltà per ottenere un personale primato o nel persecutorio desiderio di annientare una presenza ingombrante. Adesso l’esercizio del comando si ingigantisce estendendosi di conseguenza sull’intero Regno determinando la costrizione dei sudditi e purtroppo il loro conveniente supino arbitrio nell’accettare la schiavitù. Questo pone la Regina/Strega (Gal Gadot) in un ruolo allargato e complesso idoneo a molte interpretazioni che saranno propedeutiche alla solvibilità contemporanea. Per la stessa maniera seppur contrapposta risulterà la figura di Biancaneve che andrà a detenere una forma non secondaria di forza legata alla propria volontà che potrebbe generare cambiamento. E’ l’altro aspetto di un Potere incalzante servendo a descrivere fasi della sfortunata giovane,inducendola per risposta alla metamorfosi auspicabile,preparando l’antidoto all’oscurità che metterà la ragazza nella condizione di una moderna femminilità onde riaffermare la dignità (personale e collettiva) andata perduta. Biancaneve scopre coraggio e sviluppa un carattere ribelle,per questo non risulterà un’eccezione rispetto ad altre eroine protagoniste di racconti Disney. Il film inoltre non viola la classicità della narrazione riproponendo in rinnovati lineamenti le sequenze celebri del cartoon,senza dubbio al pubblico meglio preparato farà per certo piacere la scelta di un’estetica mentale che privilegia la sostanza e il vivace riadattamento quali veicoli binari per un particolare restyling.
Franco Ferri