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Realismo e immaginario, viaggio dentro i modi di leggere il cinema

Walt Disney (Tom Hanks)
Walt Disney (Tom Hanks)
La vicenda durata molti anni per l’acquisizione dei diritti cinematografici di Mary Poppins,un tormentato iter di relazioni,scontri fra Walt Disney e la scrittrice Pamela Lyndon Travers,viene portata sullo schermo in Saving Mr.Banks. Al di là della storia contingente,alla scoperta del dietro le quinte di una produzione dai toni conflittuali che in seguito portarono alla creazione di un film entrato di diritto nella storia del cinema,le impressioni dettate dal racconto con Tom Hanks ed Emma Thompson si rivelano straordinario compendio per un'analisi,occasione davvero pregnante dove si misurano posizioni culturali sostenute da contrapposte diversità sul modo di intendere e soprattutto comunicare una storia per il grande schermo. Da una parte la difesa gelosa,integralista di situazioni e figure che appartengono ad un patrimonio reale nel quale la scrittrice immerge il rilievo fondante del suo percorso consegnando tutta la propria configurazione di verità. Pamela teme di perdere nel contatto con le immagini di un film,non tanto il legame tipicamente letterario del capitolo scritto,ma le auree sedimentazioni dei suoi ricordi biografici che reputa in tal modo attaccabili e demitizzati dall’esterno. Nell’altro versante c’è l’idea destrutturante del racconto circoscritto alla parola,quel cerchio eversivo e ribelle che non teme di rivoltare la narrazione altrui. Non è questione irrispettosa o di incanalare tutto verso l’oceano del business,esiste una condizione molto libera che nasce dall’immaginario dell’io per ribaltare,rivoluzionare in senso attivo le paludi dell’interiorità. Walt in questo versante aveva vissuto similitudini vicine al processo psicologico della scrittrice ma era diametralmente opposto nella dinamica caratteriale. Il mondo che seppe creare rispecchiava la determinata reazione di superare un orribile passato adolescenziale,un rapporto di traumi con il padre. Quei personaggi apparentemente bizzarri,sentimentali o zuccherosi nella realtà implementavano un bisogno ancestrale di fantasia che aiutarono e rafforzarono la crescita della personalità,non soltanto sua. Così Topolino divenne un totem archetipo per superare la carenza affettiva ma inconsciamente il fenomeno si è ripetuto riversandosi con ritualità per milioni di persone di generazione in generazione. Le due personalità non si misurarono quindi in un duello per mere ragioni economiche e nemmeno di habitat culturale. Per superare lo scoglio,per trovare l’equazione sulla sceneggiatura di Mary Poppins,il producer fantasioso innescò un’arma segreta che sapesse liberare la mente della donna da un’inquietudine non emersa. Pamela voleva mantenere intatto e statuario il rapporto con il passato,un filo traumatico colmo di rigidità nel rielaborare l’essenza di bambina,adorando e temendo i ricordi del suo genitore. Walt nelle vesti di guru,precursore anticonformista di indiscussa modernità ha la ricetta per fargli attraversare il confine dell’anima. Mary Poppins,il film,è stato una contaminazione di espressività che solo pochi anni prima sarebbero state ritenute inconciliabili. Siamo negli anni ’60 ed in perfetto orario con il pop condensa un format che si colloca come degno aderente stilistico del pensiero di Andy Warhol. L’idea di creazione che riplasma e sublima oggetti,colori,forme incongrue se non disomogenee trova esperienza nella compressione rigenerativa di svariati generi cinematografici formulata dal film con Julie Andrews e Dick Van Dyke. Saving Mr. Banks non descrive soltanto un’idea ispirata che fissa pagine di evoluzione ma ritrae ancor di più l’appassionante,difficile dibattito mai spento intorno al cinema e sui vari modi di leggere un film,nonché di saperlo forgiare. Realismo e immaginario un tempo si combatterono aspramente ma oggi il reale esprime maggior significante con l’immissione del supporto di fantasia. In fondo il tempo attuale è composto da una molteplicità di realtà e la cinematografia moderna ci aiuta nella decodifica delle complessità.
Franco Ferri
11 marzo 2014