Cinema: Non fanno giorno mille lucciole
Promesse e incauto ottimismo non aiutano le sale a risalire la corrente
Italia in coda all’Europa mentre tutto peggiora e molti schermi spengono Michele Placido tra i testimonial dello spot Nei vari paesi d’Europa cause similari ma differenti metodi di gestione hanno senz’altro limitato gli effetti negativi sulle sale cinematografiche che invece da noi continuano a straripare. Lo dimostrano i numeri degli spettatori,essi parlano con risolutezza,mettono in chiaro nelle diversità quanto sia ancora importante e non procrastinabile per le persone la strada insostituibile della visione collettiva. Le riaperture seppur scaglionate avvenute nella primavera 2021 hanno prodotto risultati che fisseranno nel nuovo anno tendenze d’incoraggiamento. Nel Regno Unito dove le luci dei grandi schermi furono riaccese il 17 maggio conteggeranno a fine dicembre 74 milioni di presenze che imprimono un aumento del 68% rispetto alle cifre del 2020. Le annate precedenti a tale data solitamente viaggiavano su 190 milioni biglietti venduti. Il passaggio nel panorama continentale vede la ripresa francese che ha rimarcato cifre interessanti seppur contrassegnate da riaperture avvenute il 19 maggio stabilendo a fine anno un considerevole flusso valutato a 91 milioni d’ingressi. In anni di cosiddetta normalità le sale francesi hanno stabilizzato un pubblico intorno a 200 milioni,perciò il dato raggiunto va considerato con estrema attenzione. Anche la Spagna ha recitato un ruolo niente male nel disgelo dei grandi schermi. Anzi nei periodi altrove rabbuiati dal lockdown non ha mai voluto far chiudere le proprie sale cinematografiche stimandolo quale segno di speranza. Attraverso un costante afflusso che andrà aumentando dalla primavera in poi chiuderà il 2021 con 41 milioni di spettatori rappresentativi di una simbolica,singolare statistica,come se ogni abitante iberico durante l’anno avesse acquistato un biglietto per il cinema. La Germania è stato il paese più tardivo e guardingo nel riaprire,solo il 1° luglio dell’anno trascorso sono ricominciate le proiezioni e a fine anno gli spettatori saranno 40,4 milioni. In tale graduatoria l’Italia ha accentuato il gap tra i grandi paesi europei risultando nettamente in coda. L’anno scorso dopo quattro mesi di chiusura (sei se consideriamo dal 25 ottobre 2020) le sale saranno riaperte il 26 aprile,e nei successivi otto mesi le presenze hanno raggiunto 24.800.000 rispetto alle 28.100.000 del 2020 segnando addirittura -13.30%. Per confronto con stagioni agevoli i cinema italiani ospitavano solitamente tra 95/98 milioni annui di spettatori. Si infittisce una controtendenza preoccupante nel panorama europeo che ancora adesso sembra restare immutata (grafico a lato). L’ottimismo di maniera e i blandi provvedimenti che governi e sigle amministrative indirizzano sulla questione crea distanza,difficoltà nell’affrontare il baricentro delle tematiche. Attualmente la situazione si è maggiormente deteriorata per fragilità economica e insicurezza di ogni abitante del paese,ma non sembra importare più di tanto ai vertici. I cinema dai piccoli ai multiplex mostrano visibili ferite che si stanno aggravando e si chiede loro di far giorno con mille lucciole; intanto molti schermi hanno chiuso o stanno per farlo. Al proposito ci è giunto un toccante messaggio da un centro lontano dalle città dove la rilevanza della sala cinematografica è fondamentale nella vita e nella cultura quotidiana ma questa non ci sarà più. La scomparsa del cinema da un tessuto sociale lascia rimpianti che poco prima erano certezze,c’è tutto un percorso il cui metabolismo costruisce sapere,ideali,viaggi maestosi,e le sensazioni scritte dall'affezionato spettatore pennellano di forza veritiera ogni parola suscitata dal rito delle proiezioni. Egli ricordando quel cinema ormai chiuso rammenta.”L’Emozione delle Luci che si Spengono…Gli Abbracci al Sapore di Popcorn…Tutte le Lacrime,Tutte le Risate,Tutti i Sospiri, Conoscere Mondi Nuovi Senza Uscire dai Vicoli di Questa Piccola Città. Grazie”.
6 marzo 2022
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