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Il Meglio e il Peggio del mese
LA LA LAND di Damien Chazelle
Sceneggiatura di Damien Chazelle

Con Ryan Gosling,Emma Stone,J.K.Simmons

Ritmo musicale e vita fondevano nel precedente lavoro di Chazelle,Whiplash,una costante di rabbia,sudore e sangue esprimendo nella velocità dei suoni una fenomenologia ancestrale che dominava la personalità dell’essere artista,rendendo condizione in cui la competitività di ogni corda dell’anima potesse avere facoltà per divenire contrappeso con se stessi. Il Jazz rimane anche in questa storia il cuore pregnante,a tratti invisibile ma palpabilmente avvinto di essenza,mostrando tutte le fluttuazioni e le impressive tonalità dei colori della vita. Esprime ogni volta accordi e refrain nel miglior spirito della sua musica,intercalando idee,conflitti,compromessi che ogni artista sa comprimere,riarrangiare,liberare sempre esaltando la splendida sintesi di una prospettiva armonica. Sembra una melodia demodé e forse sta morendo,ma riesce a replicare ininterrottamente quel respiro invero giovane,superando l’aspra incomunicabilità di tante lingue diverse,costruendo il senso della creazione,rivelando a poco a poco quel profondo filo di arcano del quale è rivestito il film mentre smuove i personaggi e ne giostra le diversità evolutive. In questi spazi di lettura troveremo ampia soluzione di punti di vista per entrare nella nostra storia,a cominciare da quel titolo onomatopeico che rimanda alle vibranti pulsazioni dell’arte dadaista quando celebra quella utopica,stupenda voglia di universalismo. Terra di musica,riverbero di suoni,passi di danza e provocante immaginario sono orizzonti,angoli concentrici che intessono un affresco in cui il sogno è l’ascetica guida,full immersion di natura pop per navigare nell’oceano delle proprie aspirazioni. Sembra che la catarsi di Gene Kelly,l’eclettismo di Louis Armstrong e la compulsiva folgorazione da settima arte siano la sempiterna,ipnotica osmosi che s’innalza dalle strade e dal quotidiano di Hollywood,segnando ieri come oggi in questi dreamers anni 2000 un fascino senza prezzo tracciato da immensa ragione di vita. Respirare l’aria del magico quartiere di Los Angeles non è certo sinonimo di cattiva salute per Seb e Mia,qualunque giorno della quotidianità corrisponde a toccare con mano la favola inebriante delle arti mantenendo viva l’ispirazione che portano dentro. Il giovane ha passione smodata per il Jazz,un amore puro che difende,preserva indicando volontà di aprire un locale dedicato alla disciplina. La ragazza sente nel profondo la vocazione dell’attrice affrontando audizioni e scrivendo una pièce teatrale tutta per lei. Seguendo ritmi,distonie,equilibri che offrono la segreta idea espressiva celata in una performance di Charlie Parker,La La land narra due destini e corrispondenti divergenze elettive non dimenticando un nobile retaggio cinefilo. Quando il tempo e il cuore del racconto battono sui sentimenti si cosparge di assonanze e cifre drammaturgiche,non ci sono dubbi che allora la memoria ripensa a New York, New York di Martin Scorsese. Il disegno di Seb,profondamente contiguo con la sua musica contrassegnerà un modo coerente di esistere,appartiene alla stessa maniera forte con cui Jimmy Doyle (Robert DeNiro) si differenziava dall’amata star,Francine Evans (Liza Minnelli). Un grande giro di rilevanza fatalista accarezza i sogni in quella terra vagheggiata. Come un bisogno necessario e taumaturgico,una doppia realtà fa il suo gioco,insediata in un posto tranquillo senza luogo e tempo dove immagini,musica e ballo preservano dal caos innalzando una specie di equilibrio spirituale.