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Oscar 2014, caccia al più bello che non parla l’inglese
“La Grande Bellezza”(solo nel titolo) contro rivali notevoli per la nomination
Attenti al belga “Alabama Monroe”, un film travolgente e poetico

The Broken Circle Breakdown, un film di grande livello
The Broken Circle Breakdown, un film di grande livello
La lista dei titoli inviata da oltre settanta paesi all’Academy Awards di Los Angeles ha di fatto dato inizio alla febbre,ai predictions degli Oscar 2014 che verranno assegnati alla vigilia della primavera,il 2 Marzo. Il miglior film in lingua straniera forse non avrà il carisma di altre statuette ma da alcune stagioni riveste un’attenzione non sfuggente causa l’audience tv mondializzata e ancor di più per la maggior considerazione che i mercati globalizzati concedono alle varie cinematografie. In attesa di conoscere la cinquina delle nominations ci addentreremo in quella che al momento è solo una giungla,però valuteremo con ponderatezza le particolari chance di varie pellicole. Per l’Italia la scelta è caduta come da pronostico su La Grande Bellezza che fin dall’inizio ha viaggiato con la qualifica di film nazionale,fregiandosi di un diritto di ufficialità sponsorizzato da tutto l’establishment trasversale in politica,informazione e cine industria. Il lavoro di Paolo Sorrentino all’estero non ha impressionato,da Cannes fino alla lunga schiera di festival che l’hanno ospitato ha prevalso una stampa indifferente. La storia vorrebbe rappresentare il ritratto della decadenza di una città,magari di un paese. A causa di lacune nella sceneggiatura e di troppe immagini pompose fini a se stesse,la pellicola finisce per diventare conseguentemente un prodotto di quel declino,mettendo in luce nostalgia elegiaca del passato come rilevato da qualche critico internazionale. Per nulla coscienza critica,nei fatti è un film conservatore. Solo premi casalinghi per lui,diventerà fondamentale l’impatto con il pubblico americano a metà novembre. Chi sta battendo molto forte questo tasto è Grandmaster di Wong Kar-Wai delegato a rappresentare Hong Kong. L’eventuale candidatura sarebbe un ritorno felice per l’ex colonia britannica che manca dall'anno di Addio Mia Concubina (1994). Consideriamo che sta riscuotendo negli Usa un successo molto ampio per un film in sottotitoli con quasi sette milioni di dollari al suo attivo. Fra i vantaggi anche la distribuzione sotto l’egida dei fratelli Weinstein,recordman degli Oscar vinti,abilissimi nel trasformare in oro i loro titoli. Gli ultimi anni l’identikit del miglior film estero non ha tanto sottolineato la provenienza logistica di una storia ma il senso traslato di volontà espressive,etiche che possano abbattere confini fisici e steccati ideali. C’è un film che batte bandiera belga,certamente non parla inglese ma ha l’America nell’anima e tutto l’amore per Bill Monroe pioniere del Bluegrass. Il titolo è The Broken Circle Breakdown (In Italia si chiamerà Alabama Monroe - Una Storia d'Amore) di Felix van Groeningen,regista di Gand nelle Fiandre,vincitore pluridecorato al Tribeca Film Festival e di premi collaterali a Berlino 2013.

Grandmaster, Hong Kong tornerà agli Oscar ?
Grandmaster, Hong Kong tornerà agli Oscar ?
Un impetuoso racconto,la vicenda poetica e tragica di Didier,Elise,della figlioletta Maybelle che fra il mito della musica country e un’accorata storia familiare comprenderanno come il loro volo libero si possa infrangere da un momento all’altro. Un viaggio,un apologo spirituale intriso di disillusione che interroga sul ruolo della politica quando ostacola la ricerca scientifica per salvare vite umane. Possiamo affermare,e non è un paradosso,che è un film senza nazionalità per la facilità con cui riesce a comunicare temi universali e presenti. Potrebbe essere un fattore di buon auspicio presso il pubblico statunitense dandogli una spinta decisiva addirittura per la statuetta. Sempre dal newyorkese Tribeca ha trovato gloria vincendo il maggior premio,The Rocket dell’australiano Kim Mordaunt. Con questo curriculum sognare la California per un film che tratta di speranza non è poi così arduo,una storia di fanciullezza fra commedia e vita dura,un bambino segnato dalla nascita perché indesiderato ritenuto dalla comunità di portare sfortuna. Vagherà nel Laos alla ricerca di un nuovo villaggio considerato che l’attuale verrà sommerso da una diga in costruzione. In compagnia di nuovi amici s’iscriverà ad una gara di razzi (fatti con i residuati bellici americani),in palio una cifra cospicua utile a ricominciare l’esistenza. Intercalato brillantemente nel gioco agrodolce con personaggi anche di secondo piano molto godibili,riesce ad evitare il rischio del politicamente corretto,ha carte in regola per l’affermazione. Le ultime tre edizioni degli Academy Awards hanno visto in questa categoria la consecutiva presenza del Canada. Se anche quest’anno ci sarà replica,la cinematografia canadese si presenterà con Gabrielle di Louise Archambault che ha vinto al recente Festival di Locarno il Premio del Pubblico. Un ruolo importante nelle candidature degli ultimi anni lo ha rivestito la Danimarca,cinematografia all’avanguardia europea. Senz’altro per quella del 2011 poi risultata vincente,In un Mondo Migliore di Susanne Bier e nella scorsa edizione,Royal Affair di Nikolaj Arcel. Il 2014 potrebbe rivedere di nuovo alla ribalta un film nordico,le possibilità in partenza per Il Sospetto di Thomas Vinterberg sono ancor più elevate dei predecessori in considerazione del premio già ricevuto all’Oscar europeo (miglior sceneggiatura) e di quello al miglior attore (Mads Mikkelsen) al Festival di Cannes 2012. La pellicola è una storia controcorrente,profonda sull’analisi della società e delle sue follie,possiede linee che intercettano il dna da film autorevole,negli Stati Uniti ha già avuto buona accoglienza al box office oltre la soglia di nicchia.
Franco Ferri
6 ottobre 2013