IL TALENTO DI MR. CROCODILE di Josh Gordon, Will Speck
Quante volte un film che sembra aderire a canoni adolescenziali sconfina e percorre agevolmente altre strade con indubbia capacità ? La sorpresa è sempre in agguato,
Il Talento di Mr. Crocodile appartiene a quelle categorie di film eclettici che vorremmo sempre vedere. Non sorvola e distoglie la realtà ma tiene ferma mano in ogni frangente sulla costruzione dell’ambiente,sulle dinamiche di crescita dei personaggi rendendo la fantasia una cosa che fa stare meglio. Pensiamo d’incanto a una storia dove i bambini ribaltano la condizione subordinata divenendo assoluti protagonisti rispetto agli adulti. Accendiamo la visione sulla comparsa in scena di una specie di
Mary Poppins che ripaga dalla tristezza,distilla amicizia rompendo schemi inflessibili. Forse non basta perché l’ingresso di Lyle,coccodrillo disgraziato ma ultra geniale,mette in gran spolvero un’azione elettrizzante che non parrà affatto seconda a quella dei fantasmagorici,temerari fanciulli dei
Goonies. Spielberg vola tra le luci dello schermo,è il suo pensiero di grande e riflettente affabulatore che sovviene,producendo intelligenti fughe in avanti dettate non dalla prosopopea citazionista ma percorse da umile gesto di ringraziamento verso il maestro. Per compimento strutturale
Il Talento di Mr. Crocodile gioca le proprie carte migliori sul’unione faticosa col prossimo,sul mulinello sempre più dilagante che regole e metodi del politicamente corretto producono relegando molti al ruolo di sentirsi ristretti o del tutto inadeguati. In effetti s’imprime l’archetipo caro a Steven Spielberg che riluce di contrasti nella scoperta del diverso,del meraviglioso,sferzando e illuminando una fanciullezza in solitudine. Sono temi che vengono giocati sul terreno non sempre facile dell’intrattenimento ma in nessun caso appariranno qualunque. Eppure il rimando provocherà d’istinto qualcosa vicino alle qualità complici e innocenti di
E,T. lasciando ai veri sentimenti di modulare il giusto rapporto con un bambino,i familiari e un orizzonte tempestoso. La storia si muove con agilità orchestrandosi con disinvoltura in tanti generi,dalla commedia musicale,alle slapstick,che miscelano action movie e fantasy consegnandoci un’eredità di caratura originale e divertimento per tutti. Per inquadrare con maggior consapevolezza dove stiamo procedendo è opportuno ricordare che il coccodrillo Lyle nella geometria dimensionale si muove con ottimo intercalare al pari dei migliori live action di casa Disney. E’ un animale appartenuto a Hector Valenti (Javier Bardem),showman stravagante e un po’ svitato,che per motivi molto infelici lo abbandonerà dovendo sfuggire ai debitori. L’alligatore ha caratteristica che sa intonare e interpretare melodie in modo straordinario ma il contatto con la gente particolarmente con il pubblico del teatro lo ha reso traumatizzato e muto. In quella casa del centro di New York va ad abitarci una famiglia giunta dalla provincia il cui figlioletto Josh ha problemi d’inserimento non solo con vita e abitudini cittadine. Il nucleo domestico lo rende inquieto e scoprendo per caso Lyle dovrà proteggerlo in segreto evitando pericolosi coinvolgimenti con la comunità limitrofa. Nel condominio abita qualcuno che si fa strada prescrivendo a se stesso e agli altri i benefici presunti della liceità ad ogni costo. Questo potrebbe divenire la miccia che fa esplodere la vicenda,non giova al tenero coccodrillo,non serve alla tranquillità del fanciullo ma la metropoli è un calderone dalle mille sfaccettature. Ogni età avrà voglia di entrare in simbiosi senza pregiudizi e vogliamo scommettere che nessuno uscirà dal film con indifferenza.