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Il Meglio e il Peggio del mese
IL GIORNO SBAGLIATO di Derrick Borte
Sceneggiatura di Carl Ellsworth

Con Russell Crowe,Caren Pistorius,Gabriel Bateman

Ad una impressione di massima sorretta da qualche escrescenza pulp di forte impatto nei momenti topici del film,gli spettatori più sensibili potrebbero essere indotti a considerarlo degno del genere horror. Sarebbe una definizione limitativa e concentrata solo su alcuni luoghi d’effetto,certamente offenderebbe la costruzione interagente che gli autori (regista e scrittore) hanno di proposito descritto affrontando temi diffusissimi quali lo stress e una derivata entropia negativa sull’ombelico della quotidianità. Gli individui si aprono all’esterno attraverso contatti e un gran numero di rapporti. Il riflesso delle proprie vite travalica spesso con risposte irrazionali condizionato da insofferenze e frustrazioni su quelle degli altri perché si pensa allo sfogo quale rimedio delle catastrofi personali. Gli intrecci e un’esistenza di condivisa collettività non sarebbero la ricetta meglio indicata per una società che s’infiamma sempre più ottemperando purtroppo ad un bisogno indomito di natura violenta. Il mondo reale esprime in modo tangibile con tante circostanze il logorio scardinante che sta prevalendo nell’inasprimento del vivere avvolto da insicurezza dominante,rendendo palese un cortocircuito della civiltà e un abbandono del singolo da parte dei ruoli fondanti della comunità. Gli aspetti che generano la violenza,non soltanto quale espressione visibile nel circostante ma il percorso intrinseco negativo utile a sostenere la stessa,diventano capitoli narrativi nella descrizione dei protagonisti e il loro assomigliare alla moltitudine di epigoni sparsi ovunque assume piena mai compiaciuta credibilità. Soprattutto le ambiguità andranno a formare contenuti che delineano angosce mentre costruiscono paure,forse ampliate dalla psiche,diventando un regolare sistema di esproprio delle difese individuali. Esiste una verità sottotaciuta che esprime per certo l’horror,non va confusa con il disegno spettacolare di un genere ma agisce compenetrata e pennellata di energia latente nel reale. E’ il quadro continuo rappresentativo della supremazia cieca vagheggiata sia da potenti quanto da miserabili,giammai rispondente a codici e norme ma all’insolenza dell’ego. Senza equivoci la storia di un caos moderno si concentra con personale puntiglio cercando nella drammaturgia qualcosa che sappia descrivere con coerenza e definibile ambientazione una convincente via di crime thriller. Il labirinto dai toni empirici ma dal sottile disegno fatalistico si esprime nel traffico stradale. Invoglia con insistita pregnanza a quelle considerazioni erranti che associano uomo e tecnologia quasi realizzassero fusione di arte futurista nel sagomare il carattere armato sulle caratteristiche dell’auto. In questa vicenda di ossessione in cui si compie un’alchimia diabolica,che sarebbe piaciuta a Joel Schumacher,le integrità ferite scorgono dissolvenze morali,i lati permeabili degli eventi fanno emergere il messaggio double face non nascondendo una paritetica rispettabilità di ogni protagonista nel rivendicare giustizia,colpe,vendetta,scuse. La brutalità che aleggia dentro e tutt’intorno soprattutto con energia culturale,nasce e si diffonde in circolare composizione messa a punto da Carl Ellsworth che sceneggiò anche per Wes Craven,ma è il particolare disegno metafisico a evidenziare una reminiscenza cinefila. Nel controluce della pellicola si avverte l’evoluzione odierna di quanto raffigurò Steven Spielberg in Duel. Il film fu punto di svolta fondamentale,assai profetico per le generazioni successive,ha insegnato a raccontare per traslato il dinamismo e la resa metaforica del buio oscuro. Presentava l’insidia sfuggente ma sempre possibile che nasce dalle tensioni tra uomo e macchine trasportando con sé la rivelazione delle forme più congenite di paura arcana. Il Giorno Sbagliato ha voluto ricordarlo suggerendo con un arguto,devoto omaggio l’esponenziale dilatamento di quel messaggio nel convulso mondo di oggi.