Il mistero del frame 25 batte il suo tempo lentamente,pervade in crescendo come un fiume in piena riempiendo di curiosità lo spettatore per lo spazio vuoto dentro un rullino fotografico fatto da una serie di scatti,che carpiscono attimi significanti di vita. Sono il reportage di un artista delle foto di viaggio che attraverso la magia della pellicola e il successivo processo di sviluppo porta in luce le sfumature,svela le vibrazioni dei volti. A modo di un ideale editing lascia che quell’universo variegato emani dal pastello naturale ogni forma sensibile,scopra l’intimo e il profondo di un’espressione,sottolinei il sommesso quanto grandioso percorso dell’uomo. In quel fotogramma mancante,forse perduto per imperdonabile distrazione,potrebbe esserci qualcosa di più. Oltretutto è stato inviato dall’autore ad un’importante rivista perché quell’immagine divenga copertina e simbolo dell’ultimo numero prima della chiusura definitiva. Se ne occupa Walter Mitty,addetto nello specifico reparto,un ragazzone riservato,solitario,un po’buffo,che preferirebbe vivere in un parallelo fantastico piuttosto di occuparsi del lavoro metodico. Egli deve compiere uno sforzo in più; Trovare in qualche parte del pianeta il fotografo O'Connell è fondamentale per recuperare il venticinquesimo scatto dal quale dipendono molti fattori legati al lavoro in bilico. Walter possiede spinta di fantasia ma gli manca ancora il temperamento giusto dell’azione. Deve liberare dentro e fuori di sé l’input giusto che può accendere senza limiti la spia rossa del power interiore. Ben Stiller in questo doppio ruolo creativo di autore attore centra il racconto e la propositiva scelta di relazionare una scelta esistenziale con l’insondabile processo formativo sospeso fra dubbio e fatica creativa. Attraverso l’esperienza di commediante che scavalca le regole mescola sagacemente una personale logica motivandola e rendendola aderente a profondi legami metafisici. Il venticinquesimo fotogramma,quello invisibile,risponde sottilmente ad un processo che lega il cinema all’infinito trascendente. Nella proiezione di una pellicola un secondo di immagini corrisponde al passaggio nell’ottica di ventiquattro fotogrammi. Dedicato con illimitata passione a tutti coloro che hanno contribuito al progresso dell’umanità legati insieme nell’esperienza editoriale di Life. Attuale,controcorrente e proteso in avanti manda segnali incoraggianti a chi crede che la crisi sommergerà chiunque. Non c’è nostalgia e la pellicola resta il mezzo più idoneo e tecnologico per riprendere la percezione e la filigrana di uomini e cose.