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SETTEMBRE 2024
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Il Meglio e il Peggio del mese
FIDANZATA IN AFFITTO di Gene Stupnitsky
Sceneggiatura di Gene Stupnitsky, John Phillips

Con Jennifer Lawrence,Andrew Barth Feldman,Laura Benanti,Matthew Broderick

Disagio psicologico e l’impossibilità di sentirsi accettati appartengono alla nostra epoca molto più di quanto si possa credere. In una società che ha fatto teoria della condivisione,esibendo la bandiera del sentirsi vitali,sembrerebbe come un paradosso che qualcuno lamenti distonie da richiamare parole e sinonimi ai confini dell’emarginazione. Senza meravigliarci oltre misura,il fenomeno sta divenendo una tossicità distruttiva che colpisce in particolare i giovani. Sembrano travolti fin dall’alveo familiare spesso trovando rifugio nel grigiore dell’incomunicabilità che fa mancare il ricorso alla solidarietà,all’amicizia dei coetanei,quasi fosse un malanno insostenibile. Questo sarà il clima da cui riceve solido spunto e sul quale veleggia il nostro film,un’ipotesi che sorge dai risvolti aspri di questi anni mettendo la storia in una direzione di bussola sicura. La parvenza si fa seria e potrebbe rendersi un po’ dramma ma viene stemperata in un contenitore di commedia. A questo punto la sceneggiatura prepara le sue carte migliori miscelando situazioni e movimenti che danno intensità alla trama,non perde d’occhio l’intrattenimento senza dimenticarsi della costruzione minuziosa dei caratteri e del loro interagire ambientale. Grottesco o amaro che sia il film porta al centro un composito contesto nato da un messaggio d’aiuto per un ragazzo sulla soglia della maturità. Genitori tramite annuncio cercano una giovane esperta per svezzare emotivamente,e non solo,il figlio prossimo al college,passivo e rinchiuso che non sa cavarsela con l’altro sesso. Sono disposti a donare un’auto pur di riuscire a toglierlo da una difficoltà che è divenuta patema,soprattutto sta minando in modo irreversibile la personalità di lui. La coincidenza vuole che venga letto da un’altra disperata,stavolta per motivazioni economiche,anch’essa sul terreno minato delle vittime contemporanee. Debbie (Jennifer Lawrence) è una ragazza che sa essere intraprendente,le piacciono le novità,se la cavava facendo la tassista Uber sebbene l’attività e le entrate siano purtroppo ferme a causa del sequestro della sua unica car per imposte non pagate allo Stato. Tra le condizioni che pongono i familiari di Percy (Andrew Barth Feldman) alla volonterosa c’è di saper gestire la spontaneità dell’incontro,lei dovrà così attingere alle versatilità di donna,ma le complicazioni avranno un passo non previsto. E’ una storia ben radicata nel presente da cui riesce a trarre figure distinguibili e malesseri dominanti che vengono tesi alla prossimità del sorriso,una rampa di lancio efficacissima per riscrivere quote di vite adombrate. Ci sono da scacciare i fantasmi delle paure e mentre sembra affacciarsi il fantasma dell’amore il palio della disfida assomiglia allo sblocco di un bel credito su se stessi. Non è la moneta di un contratto che lo rende pratico ma la scoperta degli anticorpi per vivere fiduciosi l’individualità anche nel confronto con gli altri. Si avverte che c’è un mondo intorno fatto a pezzi dove una generazione è stata bruciata,annichilita,senza averle concesso alcuna chance. Per andarci espliciti la presenza di Matthew Broderick,il padre nella pellicola,sottintende una verità riconducibile. Quando lui aveva la stessa età del figlio (cinematografico) per precoce intraprendenza (cinematografica) stava per far scoppiare la terza guerra mondiale (Wargames - Giochi di Guerra). Il tutto suggerisce una sibillina raffigurazione sulle macroscopiche differenze tra generazioni che va considerata attentamente.