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NOVEMBRE 2024
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Il Meglio e il Peggio del mese
EX MACHINA di Alex Garland
Sceneggiatura di Alex Garland

Con Domhnall Gleeson,Oscar Isaac,Alicia Vikander,Sonoya Mizuno

Siamo di fronte ad una nuova prospettiva che investe la ragione dell’essere fatta di domande e correlata da possibili risposte,magari inquietanti ma reattive per un futuro comunque affascinante. Il metodo di osservazione però viaggia nel presente,pone questione costruttiva sull’intelligenza artificiale riflettendo su quanto la singolarità forse l’unicità del pensiero individuale,la differenza che contraddistingue ogni essere umano dalla pura meccanicità,possa venire riprodotta con l’intervento del patrimonio tecnologico. La rivoluzionaria dinamica in sostanza implementerebbe nella massa meccanica un sistema cognitivo interfacciato e simile alla conoscenza umana che assomiglia a quello imperscrutabile congegnato nell’anima. Il cinema su questo aspetto da anni ha tirato in aria il dado del dibattito con varie esposizioni facciali,da quella lirico esistenziale di Spielberg,senza dimenticare la folgorante immagine dei replicanti di Ridley Scott che in buona misura rappresentano il dna in progress per questa specie di thriller dalle venature filosofiche. Il mito di Prometeo trova ancora linfa originale suggerendo un’autorevole riflessione sul valore della creazione,impone attenzione attorno agli universi paralleli del sapere odierno che formano la cultura informatica e più in generale del web,come se questi dovessero fornire in prospettiva un background dal potenziale sbalorditivo. Un giovane talentuoso programmatore vince uno stage da svolgere presso la dimora sotterranea,centro ricerche,del proprietario dell’azienda. Costui è un poliedrico nerd,avvinto dai suoi studi di perfezione,attratto da tutto quanto è versatilità nell’orizzonte complesso degli individui. Il segreto del suo progetto lo si percepisce dall’arredamento,tra moderno hi-tech che genera un’osmosi con pareti su antiche rocce naturali,mostrando la sagacia estetica di un arcano potere da conquistare. Egli vuole mettere alla prova l’ospite selezionato in un lavoro analitico,il test di Alan Turing,matematico inglese celebrato dal cinema (The Imitation Game),ovvero le modalità di interazione umana con un computer senza accorgersi di stare comunicando con una macchina,che sono il principio dell’intelligenza artificiale. Entrerà in contatto diretto con il robot Ava,corpo,pelle,figura di femmina e mente elaborati dagli algoritmi basati su comunicazioni,desideri e bisogni tradotti dalla mole di dati che i motori di ricerca catturano giornalmente nella rete. Il software ricrea cervello e lineamenti in laboratorio sul modello delle variabili indipendenti presenti nella natura ma il testing svilupperà una via occulta. Il film segue l’indirizzo di una partita a scacchi dove le mosse iniziali vengono superate da quelle successive,complesse entrando in pregnanti riflessi d’imprevedibilità che lo conducono al livello più alto di colta science-fiction dell’anno. Quando la fantasia del robot compete in espressività e’immaginazione con quelle dell’uomo,siamo certi che nel linguaggio e nella scrittura che hanno dato forma alla creatura non c’era più freddezza analitica ma il viaggio della divinità segnato dall’evoluzione. Ritorna in circolo vitale la caotica imperfezione dei sensi e degli impulsi,non riprodotti con schemi antecedenti o preconcetti,ma  applicati affinché avanzino con passi irrazionali introdotti nelle medesime condizioni dell’incontro-scontro umano. Soltanto nel dualismo diretto tra essenze le volontà di ciascuno vengono messe a prova per disegnare e determinare sensazioni intime ancor più dettagliate da profondamente nuovo. In un quadro fluido intriso di relatività tutto va in movimento e con esso il desiderio di libertà che smuove coscienze in carne e di robot.