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Il Meglio e il Peggio del mese
CAPTAIN AMERICA -THE WINTER SOLDIER- di Anthony Russo,Joe Russo
Sceneggiatura di Christopher Markus,Stephen McFeely

Con Chris Evans,Samuel L.Jackson,Scarlett Johansson,Robert Redford

Chi non avesse ancora visto o non volesse vedere per testardo pregiudizio questo film potrebbe considerarla alla resa la più grande cantonata anti cinefila della propria vita. Il secondo episodio dedicato al supereroe patriottico nato nella seconda guerra mondiale non solo rinnova la bontà artistica individuata nel Primo Vendicatore ma riesce a cambiare pelle dimensionandosi nello spazio cinematografico che appartiene al prototipo di lusso. Questo personaggio voluto da Joe Simon per la Marvel Comics ha mostrato una straordinaria duttilità morfologica tale da renderlo molto attuale e implacabilmente politico grazie ad un progetto di rielaborazione tipico da cinema d’autore. Il complessivo progetto artistico non è riservato ai registi,sempre cambiati,ma trova i giusti creativi nel ruolo degli sceneggiatori Markus & McFeely che fin dal lavoro capostipite sembrano tagliati per far navigare le sceneggiature nell’assetto definitivo tra anima e motore. Non è più una novità che il fumetto in quanto espressione di forma letteraria matura possa ispirare anch’esso immagini e comunicativa di gran livello. E’altrettanto vero che i due scrittori sono partiti da uno spessore archetipo sul quale far girare situazioni e caratteri,a questo punto legarci intrecci presenti per tocco e sensibilità sarebbe divenuto naturale. Qualcosa di simile nasceva nel percorso che accompagnava il terribile nazista Johann Schmidt nella discesa di trasformazione verso la maschera di Red Skull nel film del 2011. Era costui un’identificazione metafisica dell’ideale politico,paradossalmente l’evoluzione più netta verso il concetto allargato dei senza vessilli e divise,un requisito chiaroscuro che accompagna abbastanza il pensiero e l’azione globale odierna. Lo spunto risulterà fondamentale per narrare The Winter Soldier,perché parte da questo scenario la possibilità di sperimentare sullo stesso Captain America la dinamica interiore e ideale omogenea ad un terreno di scontro verosimile. Tutto fa pensare ad effetti economici,sociali magari precursori di possibili,futuri ordini politici con forte sapore per niente irrealistico. Adesso Steve Rogers è il rappresentante di un mondo libero senza confini,non soltanto americano,dal quale chiunque,in qualunque latitudine può attingere verità. La drammaturgia del film attraverso sviluppi imprevedibili e ambiguità da ottima spy story si alterna con segmenti d’azione che s’intersecano pregevolmente fondendo realtà e surrealtà. Ripensiamo a Robert Redford,splendido cattivo che suggella l’impronta del film. Nei ribaltamenti del post muro di Berlino con la fine del KGB sovietico sembrerebbe che il nuovo antagonista della vecchia CIA sia divenuta una potente,invisibile organizzazione vicina alla destra. La fiction lancia un gioco inebriante da entertainment o ha licenza di provocazione politica senza eguali ?