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“Machete” il dramma dell’immigrazione rivisitato in Pulp
Lo spettacolo di un colorito moderno western dai risvolti sociali
Violenza,ironia,sensualità nella rilettura del genere amato da Tarantino

Michelle  Rodriguez
Michelle Rodriguez
La rilettura del cinema popolare di un passato non molto lontano segnata da Robert Rodriguez e Quentin Tarantino non riverbera nel presente sospetti restauratori o manieristi. Un’approfondita angolatura riconduce ad una piacevole rivisitazione di quei meccanismi che in definitiva esaltano da sempre il fuoco della comunicazione e dell’emotività cinematografica. La funzione seduttrice dell’immagine non propone chiavi nostalgiche ma l’accurato screening sui vecchi western a basso costo,sui B-movie e su tutte quelle pellicole che erano attrazione nei drive-in riesce ancora a produrre un’esaltazione mediatica nell’epoca dei multiplex. Recuperare il senso di un’immaginazione primordiale,senz’altro più ingenua ma  inconfondibilmente diversa da un‘idea di rozzo e involuto,ci porta ad un parallelismo con la storia dell’arte. I Preraffaelliti nel19°secolo si contrapponevano all’accademismo sterile contemporaneo per riacquistare un senso etico ed esprimere contenuti sulla modernità attraverso i principi basilari della pittura precedente  Raffaello. Il frutto dello sguardo analitico retrospettivo produceva vividi affreschi sulle tensioni sociali del momento e sugli aspetti naturalistici maturando un considerevole disegno antiretorico.

Robert  Rodriguez dirige ' Machete'
Robert Rodriguez dirige ' Machete'
Decisamente non convenzionale ci apparirà Machete,diretto da Rodriguez insieme a Ethan Maniquis, dove l’esternazione violenta produce quel giusto grado di eccesso che nel cinema diviene grottesco e dispensatore di penetrante ironia. Nella migliore considerazione che il Pulp suscita non tarderà a presentarsi un’attualissima sottotraccia corrispondente ad un punto di vista chiaramente politico e motivato in un moderno dramma dell’immigrazione. L’efficacia morale della storia viene espressa da un impianto di sceneggiatura semplice ma estremamente avvolgente nella cui iconografia i ruoli da cliché possono essere ambiguamente ribaltati in un’ottica sinceramente liberal. Non di meno i ruoli femminili riscoprono un fulgore semantico che la fashion al contrario ha reso asettici in questi anni. Il simbolismo si fonde con i gadget e le figure di una sensualità senza filtri scatenando un mix esplicitamente sovversivo.
F. F.