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Cricchetto eroe del verde diventa Sir
Nel divertente “Cars 2” la spy story si amalgama con un’avvincente storia di velocità
Pixar nelle sue produzioni continua a manifestare sensibilità per la causa ecologica

I film realizzati da John Lasseter per Pixar hanno mantenuto sempre un respiro narrativo in equilibrio fra la visualizzazione estremamente innovativa delle tecnologie e un velo malinconico discretamente poetico. Se pensiamo al primo Toy Story apparirà lampante il tragico senso di inutilità che sgomentava Woody,giocattolo da museo in un’era votata ai giochi elettronici. Da un certo punto di vista appare chiaro lo sguardo su un passato nostalgico che introduce a più complessi elementi del vivere legati e delegittimati dall’inevitabile correre della civiltà.

Sotto questo aspetto il cavallo vincente del primo Cars è stato l’aver messo in contrasto le macchine antropomorfiche di Radiator Spring,villaggio decadente su una Route 66 in abbandono,sollecitando una variegata risposta in termini sentimentali,fra la straziante vitalità delle vecchie auto e la volitiva se non cinica presenza delle moderne carrozzerie. Facilmente si comprenderà la strizzata d’occhio per la concezione di un’articolata mappa di civiltà foriera di validi e ancor vitali messaggi. La ruggine dei veicoli risulterà chiaramente un indelebile marchio d vissuto,patrimonio che espande attorno inconfondibile alone di buono.

In questo secondo episodio si presenta una differenza strategica,in senso culturale di non poco conto. L’antagonismo etico e umanizzante non si compie più fra il passato leggendario ed un presente consapevole killer di sani modelli,ma la contesa sposta la sua bussola nella prospettiva di un futuro non ancora facile da indovinare. Le anziane quanto esperte auto di Radiator Spring,le vedremo integrate nella migliore strada evolutiva attualmente attiva, rappresenteranno una vigile presenza contro pericoli presenti,che indirizzano le macchine verso bivi sicuri nel rispetto di un cammino nel nome e nella potenza di carburanti di nuova concezione. Una modifica sostanziale mette in evidenza la morfologia dei motori e delle lamiere che rappresentano il mondo di ieri.

Cars 2
fa sua l’idea che una coalizzazione di vecchi modelli,foto oggettiva di un brutto estetico e di una mediocrità non più tollerabile,siano il ritratto furtivo di un potenziale disvalore che si erge a protezione di un disegno economico e ostacolo per nuovi percorsi della civiltà. Se vecchio diviene sinonimo di cattivo,non è una sterzata casuale,il nuovo Pixar dichiara palesemente una spiccata e sincera manifestazione di stampo ecologico in sintonia con l’attualità socio politica degli Stati Uniti,sintetizzando uno scontro sule energie alternative ormai dilagato nelle dimensioni quotidiane del globo. Il buon bravo Cricchetto,carro attrezzi vanitoso della propria ossidazione,saprà svelare la via giusta e la vecchia saggia Regina d’Inghilterra (una Rolls d’annata) lo incorona cavaliere con il titolo più ambito,ora tutti dovranno chiamarlo Sir.
Franco Ferri
20 agosto 2011