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Il Meglio e il Peggio del mese
L’ETA’ GIOVANE di Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne
Sceneggiatura di Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne

Con Idir Ben Addi,Myriem Akheddiou,Victoria Bluck,Othmane Moumen

Il giovane Ahmed è un sedicenne musulmano nato a Liegi che come tanti altri coetanei si divincola tra studi e obblighi di famiglia. L’impatto nella collettività della città belga sembra alquanto prospettico all’interno di una società apparentemente tollerante che nelle proprie strutture prevede il multiculturalismo e l’aperta possibilità di dedicarsi al culto di riferimento. Per tale libera opportunità frequenta i riti di un Iman che teorizza dalle parole del Corano l’interpretazione di una fede legata alle radici più profonde. A scuola segue le lezioni di un’insegnante donna stimata,ma che invero per le convinzioni e gli insegnamenti suggeriti dal precettore religioso,cominceranno a divenire un serio problema etico per il ragazzo. Quando questa sceglie un moderno metodo di apprendimento dalla lingua araba attraverso l’ascolto di canzoni,l’occasione pedagogica scatenerà nell’Iman rivalsa tradizionalista e Ahmed reagisce alla stregua di un plagiato cercando nella donna l’oggetto di un peccato dal volto strumentale. Senza indugi tenterà di assolvere il diritto ad una Jihād vendicatrice dall’esito però quanto mai velleitario. La legge non si accanisce contro il tentativo omicida del giovane ma cerca di assecondare potenzialità di perdono e crescita per superare questo stato confusionale. Solo l’Iman andrà in carcere ma per il ragazzo si apriranno le porte di una comunità di lavoro dove potrà ripensare a quel gesto per trasformare una vita altrimenti segnata. La personalità comunque risulta sempre motivata verso un teorico approdo di purificazione reso possibile dal carisma e da quelle parole forti pronunciate dal suo mentore. Dietro le motivazioni dell’improvviso gesto criminoso c’è una forte aderenza a principi che vanno oltre la prossimità adescatrice del plagio. Ahmed non rinuncerà a capire l’inutilità e la rabbia di un momento quanto mai negativo,eppure la sua formazione culturale sta mostrando solida costruzione intellettuale che comunque pare non venir intaccata da sirene difformi,né tantomeno da alcun compromesso. Possiede spiccata risolutezza per convertire quella razionalissima condizione di braccato nella rinnovata,testarda e irrazionale scelta di adempire ad uno stile di vita che non s’addice affatto ad un carattere ancora fanciullesco. Storia molto aderente ad un presente cui spesso non si offre la dovuta e articolata osservazione dei fatti,film che segue un percorso laico dallo spessore rappresentativo senza dubbio rigoroso. Va ricondotto ai precetti di un Illuminismo tuttora contemporaneo nel sottolineare la preminenza dell’uomo come esempio di libera cognizione rispetto a modelli sociali,morali,suggeriti e imposti nell’eterna semplificazione tra bene e male. I Dardenne consegnano l’opera più efficace sul dirompente fenomeno della radicalizzazione religiosa che attraversa l’Europa evitando spinte ideologizzanti e l’assorbimento di quella comunicazione pregiudiziale,deteriore usata dalle propagande. Il ritratto che gli spettatori avranno di Ahmed contempla una ragione neutrale che sprizza dalla scrittura e dalla costruzione cinematografica. Proprio per tale vincolo arriva diretta alla mente di ognuno porgendo la migliore carica politica sorta dallo scenario quotidiano costellato di evidenti contraddizioni che imbrogliano l’individualità. Il microcosmo,dove s’interfacciano le domande del giovane e le altrettanto elusive risposte che il mondo esterno gli offre diviene percorso paradigmatico. Pellicola sulla rivelazione tradita,quale drammatico risvolto dell’inganno che rompe l’innocenza di un quasi adolescente mostrando purtroppo la desolazione di strade fin troppo note lastricate dagli adulti,guarda alla lotta interiore pervasa dall’io per affermare in ogni caso una forte dose di personalità. Ahmed raffigura qualcosa oltre l’Islam,agita una speciale corazza forse d’innata origine che pervade l’essere spirituale al di là delle religioni cercando l’identità pura di un’utopia seppur vaga. Gli serve non per vivere ma per sopravvivere con coriacea scorza alle tenebre nell’esistenza. Questo è fondamentale nonostante cosparso di confusi dogmi,non sarà mai fondamentalismo,ma nella mente di sedicenne vige una formula che pensa sia unica. Contrasti e desiderio di primavera impossibile pervadono un animo,il film in perenne e asciutto stile rimanda ai canoni e all’aria della Nouvelle Vague. Un segno inestinguibile e sempre attivo per chi ha confidenza con il talento cinematografico.