Primo Piano
Crossfire
Film Joker
Box Office World
Premi & Festival
Trova Cinema
La Vetrina
In Sala
Scrivici
APRILE 2024
TOP

Vuoi consultare i Film Joker dei mesi precedenti?
Scegli il mese e clicca su Vai

Il Meglio e il Peggio del mese
LA VITA DAVANTI A SE’ di Edoardo Ponti
Sceneggiatura di Ugo Chiti, Edoardo Ponti

Con Sophia Loren,Ibrahima Gueye,Renato Carpentieri,Rav Mario Sonnino

Non è una novità che l’eco di canzoni o colonne sonore dal verso particolare possano spesso veicolare il cammino di film del tutto mediocri. In questo caso il lavoro propagandistico di una major (Warner Music) visto nell’interesse del suo portfolio musicale ha puntato su Laura Pausini (Io Sì) offrendo al brano una visibilità dal risalto e dalle potenzialità assai rilevanti nelle competizioni americane. A beneficiare di questa onda lunga è stato il film di Edoardo Ponti interpretato dalla madre Sofia,per magico assist la sopraddetta canzone inserita nei titoli di coda andava a creare senz’altro un interesse indotto per la pellicola. In mancanza di questa zampata da sponsor La Vita Davanti a Sé non avrebbe presentato alcuna sorta di pregio speciale e spinta originale per salire autonomamente sulle più alte vette del panorama internazionale. E’ la rinnovata trasposizione di un racconto,il quale diede spunto a un film dal medesimo titolo interpretato da Simone Signoret (premiata nel 1978 al David di Donatello come miglior attrice straniera) e che vinse l’Oscar miglior film straniero nello stesso anno. Nemmeno la presenza della Loren che doveva riaccendere un passato glorioso,se non altro per immagine,ha contribuito al soprassalto emotivo di una storia piuttosto moscia nei contributi artistici basilari restando ai margini della critica e dei maggiori,prestigiosi premi del mondo. Furba produzione ma non troppo per un pubblico ormai disincantato,disilluso ad ogni esperienza voleva strizzare l’occhio all’insegna più glamour e scintillante del cinema italiano tra il dopoguerra e gli anni cinquanta ma l’icona Ponti – Loren oggi non torna a nuovo splendore anzi rivela spietatamente le macerie presenti di una cinematografia senza più leadership. All’esterno il film ha fatto percepire un’aria artificiosa del sopravvivere che già non prometteva nulla di buono ma per paradosso questa la ritroveremo dentro la vicenda con ogni espediente adatto a dopare le carte o abbagliare lo sguardo fuori dalle prospettive rappresentate. Siamo a Bari,nella città vecchia che pullula di vita multiculturale,tra insediamenti di nuove etnie e anguste strade poco tirate a lucido vive un’anziana signora ebrea dal passato triste. Da bambina ha trascorso un traumatico periodo nel lager nazista ma oggi accoglie bambini orfani nell’appartamento. Camminando nel quartiere viene scippata da un temerario fanciullo di origine senegalese che guarda il caso gli viene successivamente raccomandato da un caro amico affinché l’ospiti in casa. Nonostante il rifiuto la donna finirà poi per accettarlo,tra i due nasce un’amicizia sospettosa prima,convinta in seguito che coinvolgerà altri personaggi. Il filo narrativo si adagia nel realismo di maniera che si compone e indugia in opache cartoline,etichette di estetica della decadenza sovente incasellate nella patina non contrastano affatto ma sembrano propedeutiche ad un surrettizio effetto pittoresco. Ciò che lascia maggiormente indignati i cinefili,e crediamo non sarà sfuggito agli spettatori attenti,è il tentativo bizzarro di sostenere la pellicola con un forte disegno culturale senza per questo approvvigionarsi dal proprio paniere. Come incerti studenti all’esame gli autori preferiscono occhieggiare sul compito del compagno più bravo,a volte si può passarla liscia ma i raffronti non lasciano dubbi. Quando vorrebbero costruire la consistenza contenutistica e i conflitti religiosi del bambino (musulmano) su un piano simbolico si sceneggia la figura potente del leone quale accostamento,raffigurazione fiera,guerriera di un continente mai domo (Africa). Questo però era uno dei cavalli di battaglia,quanto la geniale filigrana di un film presente ormai da un paio d’anni,I Miserabili di Ladj Ly,diventato in breve un mito del cinema moderno che ha cambiato il modo di rapportarsi al realismo. Continuerà ancora la pesca indiscriminata da quella pellicola,altrettanto discutibile sarà il richiamo sfacciato al paradigma esposto da Victor Hugo che é il teorema rivelatore su cui poggia la vicenda delle banlieue. Invero nel film di Ponti assumerà circostanza di comodo,arbitraria,effimera,mentre viene pronunciato dal Rabbino invitando all’azione il ragazzo. Forse saranno soltanto citazioni,segrete e ammirate,verso un’opera straordinaria a prevalere sul desiderio di clone. Però rimarrà una certezza,La Vita Davanti a Sé,non riuscirà mai ad esprimere con il minimo encomio quell’ambiguità capitolare che sorge dalla duplicità del concetto inclusione/esclusione nell’ambiente,alla quale il film francese ha saputo all’opposto rispondere con perfetto intuito.