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Il Meglio e il Peggio del mese
BEN IS BACK di Peter Hedges
Sceneggiatura di Peter Hedges

Con Julia Roberts,Lucas Hedges,Courtney B.Vance,Rachel Bay Jones

Abbiamo visto molti,probabilmente troppi film sul Natale diverso per sospettare come un altro sguardo antitetico sul giorno più festeggiato che ci sia possa invece alimentare la saturazione completa. Se il timbro che firma e diluisce la storia con mastodontici cliché macinando la retorica dell’antiretorica come fossero venti imponenti,allora siamo certi di aver assistito allo spettacolo della codifica di un sottogenere quanto mai implosivo. C’è l’opzione Julia Roberts ma il richiamo della celebrità non nasconderà i meccanismi standardizzati e il cadenzare monotono di una vicenda interamente più degna di essere loggiata nell’innocuo gioco dei contrasti. Molto vicino alla genetica di un tv movie piuttosto che rassomigliare ai racconti cattivi,senza reticenze,delle sceneggiature da cinema maiuscolo. Viene a galla smascherato il furbo tentativo di distribuire sotto le feste non solo l’afflato tematico e la riproposizione della protagonista di Erin Brockovich dopo il successo zuccherino natalizio (Wonder) datato dodici mesi orsono. Per il vero questa pellicola è risultato un flop senza confini e in America è stato nettamente rifiutato da pubblico e opinionisti. Tre sono i protagonisti,l’alone di Natale,una famiglia alla ricerca della normalità sotto le fronde del classico albero e il figliol prodigo della Roberts che torna a casa d’improvviso dopo essersi allontanato dalla comunità dov’era in cura per tossicodipendenza. Le condizioni del giovane appaiono buone e sembra disintossicato così da mettere alle spalle un buio periodo. Il rientro in famiglia viene accettato con soddisfazione dalla madre,ma qualcosa si addensa all’orizzonte familiare. Non tutti i componenti sono soddisfatti di quest’arrivo e il suo posto nella tavola imbandita è messo in ipocrita discussione dalla sorellina e dal patrigno che non gradiscono la sorpresa natalizia. Il riassetto forzoso secondo l’indirizzo del plot dovrebbe favorire i contrasti e le differenze ambientali per poter emergere a risvolto multifacciale che sveli la sostanza dei personaggi. La conduzione della messa in scena sente il clima da seguire ma la bussola non ha la percezione o la precisione di segnare le posizioni in campo. Soprattutto quelle riservate alla madre,catalizzatrice di tensioni e nello stesso istante di affetto per i figli,che non esprimono una dovuta complessità nel tentativo di mediare soluzioni di equilibrio. Sono l’intera risultante di stereotipi e alla resa dei conti il film preferisce le regole dell’intrattenimento piuttosto di uno scavo apertamente interiore che disturbi certi target. Per chiarezza quando la madre cerca di proteggere Ben,che ancora ha qualche filo ricattatorio al suo seguito entra nei terreni oscuri di una gang. A questo punto la durezza della strada e il contatto diretto con il pusher non sfronda disuguaglianza,non affronta le radici subdole del male,non affonda nel terreno paludoso delle sporche rivalità. Ci si ferma in anticipo sul comodo fondale in bilico tra discarica e dolce casa,diverso quanto volete però l’autore predilige il Natale senza intoppi.