Quello scatto d’orgoglio di Anastasia,quando in un sol colpo buttò all’aria il contratto che indirettamente poteva contenere anche l’amore non è stato l’inizio della sua fine. Rinunciare al potere del denaro ha significato per lei una grande capacità di essere indipendente,così oggi è diventata assistente del capo in una casa editrice che ha fatto dell’indipendenza un fattore di successo editoriale. Ana,del resto andando di pari passo con le caratteristiche del proprio segno zodiacale possiede in sé buona dose di ego associata ad abile capacità riflessiva che in effetti le permettono di andare oltre,comprese circostanziate nuove fiamme di sensualità facilitate dalle frequentazioni dell’ambiente. Però non sottovalutiamo la casualità della vita,le farà incontrare di nuovo ad un party l’amato odiato Christian Grey,che a distanza di tempo non sembra affatto atterrito per la precedente bruciante sconfitta,anzi per affascinarla ancora rimette in auge con stile diverso le sfumature del denaro. Miss Steele non è più una debuttante ingenua della società,non pare più interessata al folclore del capitalismo ma serba ancora un mai sopito anelito per quel cigno nero che l’ha fatta ammattire e sospirare, Senza dimenticare quanto l’una e l’altra cosa non possano essere in alcun caso disgiunte dalla giusta chimica dell’amore. Nel profondo di Anastasia è recondita l’anima sentimentale che quasi viaggia inconfessabile come fossimo nel secolo delle carrozze cercando di trascurare le influenze nefaste di avidi contratti. La donna sta attenta a non pagare un biglietto d’ingresso,ma con altrettanta circospezione sa che l’infido ticket potrebbe rivelarsi un debito all’uscita. La femmina invece intuisce i sottili piaceri di nuovi giochi che l’uomo potrà centellinare dal fantasioso e ricco gourmet del proprio impeto. Tra fondali di fiaba e maschere care a Giacomo Casanova,non si ferma la corsa che tiene in gara la freccia di Cupido. Christian Grey si reinventa tra altri segreti dell’eros,seguendo il rinnovato corso di lei e l’urgenza di una new age rigenerante per sé stesso. Il film moltiplica rivoli sentimentali e innesta dualismi d’amore rispetto alle sfumature grigie,la decorazione di spruzzate in glassa sex lo consegna alla categoria di novela fin troppo zuccherosa,nella quale le gradazioni nere sono solo etichetta di comodo,nemmeno alla lontana parenti di un’oscura,bollente amalgama tra piacere e violenta profusione dell’io. Annacquato in buona parte De Sade ci ritroviamo il profluvio Jane Austin per non dimenticare quanto l’eros del ventunesimo secolo perda notevole carica di fantasiosa,libera,spregiudicata essenza per mostrarsi al servizio merceologico di un format. Un modello che dopo aver cercato invano una mediazione tra Hustler e Playboy trova il furbo elisir nella vetrina di marchi e icone di prestigio. Tra vernissage,auto,gioielli di culto,fashion,brand d’arredo e splendidi gadget da sexy shop la storia masterizza uno stilismo di patinata fiera delle vanità,come un italico cinepanettone s‘imbottisce di sponsor poco occulti che riempiono d’inutile barocco gli slanci quasi romantici di Anastasia e Christian. La sensualità diventa televendita,pillole di piacere non dispensate a gratificazione sublime di un profondo uragano ma come punti fedeltà di una card del perfetto (ricco) consumatore. Ha ragione Kim Basinger quando nel film si sente adirata e tradita,sembrerebbe voler dire ai protagonisti che la sua idea di desiderio era più cristallina ed eccitante. In 9 Settimane e ½ erotismo e immaginario condensavano una grande carica comunicativa,piena di passaggi che accendevano fantasia e ardore. Dove nasceva il fuoco per spontaneo contatto ora invece ci vuole la candela firmata e l’amore pare un investimento da Wall Street.