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APRILE 2024
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Il Meglio e il Peggio del mese
MOONLIGHT di Barry Jenkins
Sceneggiatura di Barry Jenkins

Con Mahershala Ali,Janelle Monáe,Alex R. Hibbert,Ashton Sanders

In un orizzonte dove tutto sembra circoscrivere strade pericolose,angoli di depressione e fondali da  sopravvivenza,la vita significa stare sotto il giogo delle droghe e del loro indotto negando a chiunque la minima forma di redenzione,ammettendo che questo sintomo pulsi nelle vene di individui abituati a convivere con il trend della sconfitta. La normalità in un lembo di America che sta assimilando vistosamente dna terzomondista dice di non pretendere per sé e per gli altri alcuna speranza dallo spettro dell’emarginazione. Siamo alla periferia di Miami (Liberty City),la Florida pensata e divulgata da un immaginario suadente pare molto lontana e forse appartiene alla realtà di un’elite che non vuole ingerenze. La comunità locale risulta composta da neri che allenati alla scuola della violenza come legge di competizione e supremazia non concede ai propri figli sensibili e diversi la chance più appropriata. Il prezzo che dovresti pagare per una dose di giusta vita non si cambia nella valuta del cuore e la banconota più sognata sta nel cassetto senza chiave racchiuso nell’intimo,distorto,raggelato desiderio di un ragazzo al quale è stato proibito sognare. Vedremo crescere Chiron,prima bambino e poi adolescente,che vive spiazzato nella propria personalità,assediata dalla confusione per modi ostili colmi di odio fiondato da coetanei senza scrupoli. Tra le mura familiari non avrà di certo consolazione con una madre tossica che dà origine a ostacoli ancora più ardui,ma in tutto ciò il film non presenta affatto un profilo a carattere sociologico dedicato al profondo disagio di etnie. Per alcuni versi l’insicura e distonica adolescenza,traviata da un pericoloso fondo di veleno,a tratti fa ricordare quella di Antoine Doinel ne I 400 Colpi dove il vagare del ragazzo era il più impulsivo ritratto di una solitudine. Con uno spessore ambientale ancor più duro rispetto al film di Truffaut,la parafrasi di Chiron non cerca elementi di contrasto o motivazioni dinamiche nel sociale ma guarda dentro,all’interiore e difficile forza che possa far germogliare la propria indole come auspicio di cambiamento. A fronte di un destino praticamente immutabile dove qualcuno ha sempre scelto per te,offrire a sé stessi la condizione di scrollarsi di dosso un passato improbo imprime nella storia caratteristica di inconsueta forza politica e di riscatto. Saranno due particolari amici,l’altra faccia gentile di un mondo violento che si scorge tra le pieghe di una vita angosciosa. Juan è il pusher del quartiere,un maestro di tranquillità,Kevin avrà grande peso,uno uscito dal branco,che saprà infondere in Chiron l’ebbrezza dell’amore. L’amicizia ha un disegno fatalista che prima fa da mediatrice alle insorgenze,di seguito renderà deduttivo un intenso suono di poesia. Attraverso un affresco di riferimento che mutua pian piano,passando da campi medi utili a far interagire location di altra geopolitica, portando nello spettatore un’idea amalgamata di Florida e mondo Caraibico,fino a muovere su aspetti più onirici nel versante formativo dove l’intima sfera di Chiron comincia ad essere avvolta di traumatiche paure. Tutto l’aplomb del film evidenzierà nel proseguo in modo sempre più manifesto un linguaggio stilizzato,passando ad una visione chiaramente simbolica in cui il significante e l’alchimia dei colori avranno peso molto importante. Il nero,il blu,quali energie o chissà quale altro porteranno in dote in un incomparabile,imprevisto colpo di scena per l’ormai adulto Chiron ? Nel momento in cui la vicenda rende l’acme di un aspro lirismo stabilendo il fulcro di una bellissima seconda parte,è la luce della luna ad aver l’importanza che merita. Quasi fosse una divinità notturna,il chiaro messaggio dell’infinito,che osserva silente le proprie creature non mancando di indicar loro la strada. Chiron,per misteriosa magia tramutata in ordinaria esistenzialità,avrà occasione di riprendere da vicino il suo passato. Ha già fatto i conti con esso,e nel mare tranquillo del suo profondo non temerà più l’ossessione del naufragio.