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Il Meglio e il Peggio del mese
IL MIO GODARD di Michel Hazanavicius
Sceneggiatura di Michel Hazanavicius

Con Louis Garrel,Stacy Martin,Berenice Bejo,Grégory Gadebois

Il titolo originale,Le Redoutable,suggerisce prossimità significativa e parvenza di quadro allegorico con la figura complessa di Jean Luc Godard. Redoutable (Formidabile) è stato il primo sottomarino francese a viaggiare tra gli abissi degli oceani. Quel nome che richiamava a spazi di navigazione mai affrontati e a una perfetta unità d’intenti tra l’equipaggio evoca,suggerisce il cammino e la figura profondamente inconsueta del grande regista della Nouvelle Vague. Chiariamo subito che la pellicola non s’indirizza su toni e aloni celebrativi della vita ma tiene il personaggio di Jean Luc in continua ebollizione osservandolo in controluce,durante un periodo dove s’immergerà totalmente nella cultura e nei giorni rivoluzionari del Maggio ’68. Portarono Godard ad un cambiamento pressoché generale ripensando tutto il pensiero del cinema. Fu un singolare approdo già profetizzato un anno prima con La Cinese,una specie di thriller dove la dottrina irrompeva nella trama in chiave sovversiva e Maoista sceneggiando una serie di attentati a politici in carica. Questa produzione fu un nodo di svolta perché la giovane protagonista,Anne Wiazemsky,dopo l’uscita del film divenne la sua compagna. Colui che solo pochi anni prima con le proprie teorie aveva messo in subbuglio l’ambiente conformista del cinema francese stava rivelando grande dimensione d’autore. Un regista antiborghese che ora sa rileggere in modo non convenzionale i format trasformandoli in successi innovativi. La sua evoluzione diverrà sempre più radicale e il compromesso non farà mai parte di un bagaglio genetico,sia quando pensa in termini di cinematografia,sia nei momenti di dover affrontare relazioni interpersonali o intime. Sente la necessità sconfinata del coinvolgimento animoso in tutto quello che lo circonda,come se le controversie offrissero un quid d’immediata sagacia utile a destrutturare situazioni,concetti per poi ricostruirli con rinnovato amore e fatale genialità. Andava edificando delle basi sostanzialmente moderne nell’arte,senza alcun dubbio contribuisce a cementare i pilastri pionieristici di quello che oggi chiamiamo cinema indipendente. Questi aspetti sostanziali vengono trascritti nel film attraverso il particolare punto di vista regolato dalla vita di coppia,ed è istruttivo nonché salente perché con Anne potrebbe conquistare quella fase sentimentale di coerenza filologica che avrebbe dovuto arricchire nell’uomo artista ogni sollecitazione di metabolismo ideologico generando un nuovo linguaggio cinematografico. Il carattere tende a sopraffare la positività delle energie,il creativo magma interiore,che gli faceva portare a galla le soluzioni artistiche più ribelli,provocatrici e contestualmente affascinanti,era vigile quanto insofferente per fargli far esplodere dall’indole nuovi contrasti,stavolta senza appello e razionalità,travolgendo nell’essenza anche una bella storia d’amore. Anne,ragazza di estrazione differente da Jean Luc,rappresenta il suo competitivo film privato come fosse una sfida insidiosa per rimodellare quegli angoli inquieti,ma se politica,rivoluzione e verità artistica devono combaciare realizzando le ragioni di un agognato connubio da questa prova intima non potrà nascere che il nulla assoluto. Ha scelto l’amore indissolubile per la sua rivoluzione evitandole coinvolgimenti e sovrapposizioni che riteneva velenose. Questo è il ritratto di una torre d’avorio che Michel Hazanavicius preferisce per l’uomo più dirompente e problematico comparso nella storia del cinema. Godard viene descritto in un bilico,non ha ritenuto o forse non ha saputo armonizzare,come la costruzione artistica potesse convivere con il libro del militante. Nel film affiora il percorso double face,la sublime ascesa corroborata da ego supremo e dall’altro lato l’eccelsa capacità,purtroppo negativa,di poter annientare ciò che lo circondava. La pellicola innalza un afflato latente di tragedia a esempio di ambigua disintegrazione evitando compiacimento indiscriminato del profetico superman. Trasporta accadimenti e sensazioni nebulose non abbandonandosi a rimbrotti moralisti. Di certo il lume del personaggio sorregge comunque la scena anche nella difficoltà dominatrice portando alla memoria l’aria più lacerante di quelle descrizioni rapsodiche loggiate nel romanticismo decadente alla Milos Forman.