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Uno psicodramma alza il rating a Wall Street
Il giorno e la notte che cambiò il mondo nel geniale “Margin Call”
J.C. Chandor mette in scena paure e avidità dei brokers durante la crisi del 2008

La crisi finanziaria del 2008 passerà alla storia come la più grave di sempre,risultò un impatto simile a uno tsunami che evaporò in breve enormi quantità di denaro intaccando le basi dell’economia reale. Adesso ispira una storia atipica per nulla incentrata su ricognizioni cronologiche o di stampo sociologico ma focalizzata sulle intime paure degli uomini in buona parte colpevoli di essa. Margin Call è un film che a partire dal titolo richiama un termine tecnico del mondo dei brokers in atto quando il rischio perdite di una serie di operazioni diviene pressante e si obbliga la ricostituzione di un margine originale di depositi pena la risoluzione dei contratti. Si potrebbe prevedere una vicenda torbida ma fredda,poco digeribile per i non addetti ai lavori ed invece grazie a una sceneggiatura rigorosa e inventiva,che non prova vocazione etica o indica semplice interpretazione politologica,scruta nell’interiorità degli uomini resisi protagonisti di un periodo fino ad allora vincente nel matrimonio con il denaro. La rappresentazione è collocata nel giorno e ancora considerevolmente durante la notte in cui prese avvio il tracollo finanziario.

La notte che cambiò Wall Street
La notte che cambiò Wall Street
La pellicola osserva i colletti bianchi di una grande società inseguendoli da vicino,elaborando il senso di uno psicodramma impregnato di interrogativi personali che interagiscono sul palcoscenico e lo sfondo dark di una città dove le luci dell’orizzonte non sono più boe di un panorama familiare ma gli oggetti sparsi di interminabili tenebre. Le atmosfere sono il sapore della sconfitta,non danno tempo per massime moraliste,consolidano in loro l’ideale dei sopravissuti inglobando l’ansia di poter addolcire o rinviarla. Sta di fatto che conoscere con un po’di ore in anticipo la fine di un’era,dell’ordinario legame con la ricchezza,non farà ribaltare l’auto analisi con la propria natura semmai rende proponibile l’ultima meschinità di trasferire su vittime inermi gli effetti del crollo. Il colpo geniale risiede all’inizio,nel momento in cui compare il nesso con una funzione matematica che cambia le carte in tavola e possiede tutto il potere oscuro delle potenziali tempeste. La fredda equazione algoritmica si estende nelle vite e nelle azioni come un fluido terrificante,insondabile dal tono discreto ma horror nel significato reale della quotidianità,avvolge sistemi,transazioni e uomini,si espande nei segmenti della storia mettendo a repentaglio le esistenze dal guadagno facile. Sarà perfido per non dire privo di efficacia sostenere dopo,che in fondo si trattava solo di un’enorme quantità di carta chiamata denaro.
Franco Ferri