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Spectre: I drammi segreti di 007
Bond incrocia sul suo passato, il bene e il male con stesse radici
Spectre rilancia la via di Skyfall, si fondono intimismo e visionarietà

Daniel Craig é James Bond
Daniel Craig é James Bond
In quell’orizzonte di robusta vigoria che ha rimodellato negli anni il personaggio creato da Ian Fleming,il penultimo episodio Skyfall rappresentò una frontiera nella quale 007 non usciva ricoperto solo di restyling. James Bond aveva una nuova paternità di scrittura che rinunciando a stereotipi,ricreava la figura dell’agente segreto partendo dall’archetipo e da certezze non più granitiche determinate dalla fine di un epoca tuttora in corso. Grazie a quest’accorto registro di stampo letterario la figura di Bond tornava in una centralità permeante,riconoscibile formulata come un balletto dove vita e morte si inseguono,intersecano,toccano corde drammaturgiche portando al pubblico un’equazione che riesce sapientemente a coniugare introspezione e spettacolo. Non è un caso che il mix d’intrattenimento abbinato al cinico,moderno rapporto tra azione e protagonisti abbia richiamato nel mondo per Skyfall ingressi da capogiro in coabitazione con alcuni episodi della saga datati anni ’60. Spectre rilancia il proseguo di questa via che è piaciuta. Destrutturare un’idea seriale con le parvenze di un prototipo che paradossalmente però non dovrà perdere le caratteristiche basi della ricetta presentata dal celebre marchio,diviene un difficile,superbo incontro tra arte e media. E’ un gioco rischioso,fine cammino su un filo sottile dove la caduta rasenta alte probabilità,ma assomiglia allo stesso percorso che dovrà compiere il celebre agente nella nuova avventura. In questo dedicherà impronta fondamentale lo sceneggiatore John Logan che catturando parvenze esistenziali già condivise da Paul Haggis in precedenti storie (Casino Royale,Quantum of Solace),scava e riforma i capitoli assumendo al meglio i tratti figurativi,allegorici di tutto l’insieme mettendo a disposizione del regista Sam Mendes il passo di cinema da lui prediletto. Quest’ultimo ha una solida dimestichezza con la filologia che apprese dal teatro. Se la fisionomia dei personaggi ha una statura di provenienza shakespeariana o le relazioni di profondità psicoanalitica riconducono al mai risolto dilemma padri figli,caro a Tennessee Williams,siamo certi che il mondo di Bond sa condurlo sul grande palcoscenico intimo,al tempo stesso visionario,dove le lotte invisibili come quelle di espressivo fragore posseggono uguale dinamismo comunicativo.

Spectre: Immagine del film
Spectre: Immagine del film
Oltrepassata la rampa d’accesso da Skyfall a Spectre noteremo le tipicità originali del nuovo film,quando nel paradigma in cui simbologie e svolgimento complessivo trovano sicurezza e fanno tremare tutti (spettatori compresi) di labile esistenzialismo a fronte della pessimistica evenienza in cui i morti possano essere vivi,conosceremo una storia con sprazzi di geopolitica a buona verosimiglianza presente. Il disegno del tramonto di un’era entrava da tempo a buon diritto nel carattere di 007,adesso il programma denominato con la famosa sigla bondiana,00,sta per essere terminato. Tecnologia e globalizzazione vanno a soppiantare un presunto,obsoleto sistema di uomini con mezzi al di sopra dei sentimenti e dei minimalismi umani. Si dice così,ma c’è qualcosa di strano al centro dei servizi segreti dove i repentini cambi sono garantiti e serviti come un cavallo di Troia all’interno dell’istituzione in modo segreto e per niente trasparente. James Bond (Daniel Craig),sornione sembra al collasso però non ci sta,con quello sguardo da gattino intristito muove fili che conosce con gli amici fidati di sempre. Strani attentati e Orwell diventato realtà,lo conducono prima in Messico,a Roma,in Austria e successivamente in Marocco (Tangeri),tuttavia l’avventura sembra seguire le orme del fato quando le strade del bene e del male incrociano il trauma mai cicatrizzato ubicato nella propria fanciullezza. Un certo aiuto lo avrà con qualche sforzo in più dalle donne incontrate,la matrona Lucia (Monica Bellucci) e l’irrequieta Madeleine Swann (Léa Seydoux). Peccato che a certe sequenze notturne di Spectre girate con la perfezione cromatica della pellicola non venga restituita la cura dei dettagli nonostante i migliori impianti di proiezione digitale; un gap evidentemente ancora lontano dalla risoluzione.
Franco Ferri
8 novembre 2015