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Sostiene l’aumento
Il presidente dei produttori italiani,Riccardo Tozzi condivide il possibile rincaro dei biglietti
La discutibile tassa peserà sul pubblico per finanziare i film italiani

Riccardo  Tozzi
Riccardo Tozzi

Era stata accantonata per la macroscopica evidenza che un’imposta così impopolare finisse con il diventare un boomerang dagli effetti nefasti. Il rincaro del prezzo del biglietto paventato da fonti governative per garantire un fondo al finanziamento di nuovi film sembrava in realtà un grottesco tentativo dal fiato corto.A quanto afferma Riccardo Tozzi,presidente dei produttori italiani (ha realizzato Benvenuti al Sud e Un Altro Mondo),il progetto sarebbe ancora una possibilità da vagliare. Secondo la sua analisi durante tutto il 2010 c’è stato già un aumento del prezzo del biglietto che non avrebbe avuto conseguenze negative sul pubblico,anzi considerevolmente aumentato nelle sale. In questa prospettiva l’eventuale provvedimento non dovrebbe svolgere effetti traumatici sul mercato cinematografico. La tesi di Tozzi al contrario poggia su basi debolissime perché orientata sulla propaganda evitando riflessioni più articolate. Nell’anno appena trascorso il prezzo del biglietto ha avuto un incremento medio tendente al rialzo a causa del maggior introito dovuto alle proiezioni 3D. Se consideriamo altri aspetti invece dobbiamo risaltare la maggiore propensione del pubblico verso fasce orarie o giornaliere che prevedono tariffe ribassate.

Si moltiplicano le offerte anticrisi nei cinema
Si moltiplicano le offerte anticrisi nei cinema
Indirizzandoci sulle sale tradizionali,quelle dei centri cittadini,molte hanno portato l’estensione del biglietto ridotto a quasi tutta la settimana e si tratta di cinema che continuano a vedere emorragia di spettatori. Non parliamo degli schermi ubicati nelle località medie-piccole,ai quali non serve più la riduzione come incentivo,dal momento che si stanno riducendo a vista d’occhio. Anche un celebre marchio di multiplex ha lanciato di recente una proposta di abbonamento,dinamica e sotto la soglia psicologia dei 5 € a film,ottenendo splendidi risultati che hanno certamente aiutato il grande successo delle produzioni comiche attualmente sulla bocca di tutti. Per quanto concerne l’aumento di spettatori va valutato per la concentrazione enorme che si è registrata su alcuni titoli. Soltanto tre pellicole hanno visto staccare complessivamente oltre 16 milioni di biglietti come non si vedeva da anni,ma decine di film anche di ottima qualità hanno vissuto vita asfittica ottenendo risultati minimi rispetto ad altri mercati europei. Il pubblico italiano accetterebbe di buon grado un aumento spregiudicato e dai contorni ambigui ? Il costo del biglietto medio in Italia è notevole ma diviene altissimo se messo in rapporto con il reddito pro-capite raggiungendo famigerati vertici continentali. Riccardo Tozzi non ha messo in conto che le sue parole pesano come macigni e potrebbero ostruire una strada che va condivisa con tutti i soggetti e principalmente con il pubblico. L’accettazione di uno stato di crisi presente nell’economia e nella società sarebbe un atto di umiltà da parte dell’ambiente cinematografico che,sempre più casta,pretende l’esigenza di introiti il cui significato è inteso ad equazione di privilegi.
F. F.