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Sono Tornato: No Grazie !
Delude il remake di un’interessante e surreale commedia tedesca
Analogie e differenze fondamentali tracciano il film di Luca Miniero

Sono Tornato: Un improbabile Mussolini
Sono Tornato: Un improbabile Mussolini
Ancora una volta arriva da una cinematografia estera l’aiuto per quella italiana cercando di compensarne le enormi lacune creative ormai sedimentate e ammucchiate da tempo immemorabile. La commedia all’italiana quella dei grandi autori che sapevano trovare il risvolto amaro,torbido e simpaticamente contraddittorio di una società non esiste più,e quella attuale pare ancorata a riproposizioni anonime quanto mai lontane da livelli pregevoli. Se determinassimo una tendenza comune nel genere i film italiani sembrano tornati molto indietro nel tempo contestualizzando modelli di risata innocui e antidiluviani,ma ora stanno addirittura perdendo il passo del pubblico meno esigente lasciando sul terreno anche evidenti limiti di capacità professionale. In questa location da pronto soccorso è stato facile pensar di tradurre in italiano uno fra i film più originali e di grande successo comparso al box office tedesco nella seconda parte del 2015. Lui è Tornato,diretto da David Wnendt,tratto dal best seller scritto da Timur Vermes,si presenta a modo di pellicola surreale e grottesca,altresì sagace nell’introspezione di un fenomeno sociopolitico che si sta risvegliando con preoccupata ascendenza. La ripresa dell’ideologia nazifascista in Germania,come del resto in altri paesi,è una tempesta lenta con caratteristiche diverse dal passato,senza la monolitica e austera attuazione militaresca ma aderente agli stessi fondamenti etico culturali che la storia poi ci ha consegnato in forme di tragedia. Oggi la sua diffusione appare impalpabile ma determinata nell’affondo con diramazioni trasversali agli schieramenti politici,ai potentati economici,alle categorie sociali,sebbene risulti meglio visibile nelle fisionomie plateali di molta gente ordinaria. Il ritorno di un fantasma ammirato,temuto e odiato si materializza così nel film tedesco prendendo di punta la figura di Adolf Hitler paradossalmente ripiombato nella Germania odierna per chissà quali misteriose cause. La natura dell’evento soprannaturale rimette in moto la coscienza del dittatore tra contraddizioni moderne e granitica difesa di quel credo diabolico,ma sarà grazie alla tv che il führer di un tempo troverà linguaggio e comunicazione contemporanei per amalgamarsi,farsi apprezzare,far di nuovo orrore nella cultura di un popolo. Lui è Tornato nello spaccato di commedia non perde mai di vista la forza di sviluppare un senso inquieto dove l’iperrealtà non è una distrazione occasionale assumendo ruolo di perfetto veicolo per appropriata allegoria. Abbiamo sottolineato alcune caratteristiche centrali del film altrimenti senza un’accurata distinzione delle differenze non si potranno ben comprendere gli effetti che solcano il remake italiano. Ce ne sono diverse e importanti,a parte un generico ricalco della trama originaria mutuato in versione peninsulare,Sono Tornato segue da vicino la ricomparsa del Duce di un’epoca lontana,Mussolini. Rispetto al film tedesco la sceneggiatura abolisce di fatto le complessità più corpose e significanti preferendo per base del clone una tinta qualunquista che annulla il piacere della commedia sapida,inseguendo il consueto sapore di farsa all’italiana; resta evidente l’intenzione pavida di non scontentare nessuno. Il regista Luca Miniero si proponeva così di replicare nello stivale stessa eco e imponente esito di quello tedesco,ma la prima accoglienza del pubblico nazionale invece si attesta su dati di sicuro non esaltanti. La vicenda diretta da David Wnendt ha presentato un motivante,articolato capitolo sulla personalità rinnovata,quasi avvinta di intimo stupore,in cui il redivivo führer riordina le proprie capacità scoprendo i nuovi media che non conosceva. Circondato da web,televisione,diviene un critico di eccellente levatura e plasma un’intuitiva formazione da neo mediologo tale da saper discernere cosa gli servirà per proiettarsi a puntino nel nuovo,straniante presente. L’aspetto di primaria importanza non esiste nella versione italiana tutto viene consegnato a superficiale quanto dissestato dato acquisito,tuttavia la diversità più eclatante rimarrà il segmento etico. Sono Tornato rispetto all’omologo teutonico è depauperato di forza e carica ambigua. Il Mussolini descritto da Miniero è un personaggio troppo inzuppato di stereotipi con comicità a basso profilo,risalta la macchietta del bonaccione,uno di noi con tanto colore ammiccante in cui nel finale l’arbitrio degli sceneggiatori si permetterà di renderlo simpatico,gioviale,offendendo il vero corso della storia. Questo è un involontario scivolone da sciocco revisionismo,nonostante nell’epilogo del film tedesco si respirasse ben altra aria e volontà di oscuro presagio costruiti da indubbio talento cinematografico.
Franco Ferri
6 febbraio 2018