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Spettatori in calo ma l’Italia segna l’aumento
Cinema 2013 in regresso su tutti i grandi mercati, Spagna in affanno
Il dato italiano va letto con cautela e la statistica pro capite divide l’Europa

Il dato più preoccupante che si evidenzia dal resoconto della frequenza cinematografica nei mercati più grandi durante tutto il 2013 è l’emersione stratificata di una crisi economica senza confini. Paesi storicamente forti come Francia,Gran Bretagna e Germania hanno marcato un segno meno piuttosto preoccupante che non può essere ricondotto alla mancanza di un paio di film da sale piene. Anche gli Stati Uniti vedono il rosso sull’anno precedente (-1.3%),seppur da valutare l’eccezionalità del 2012 che aveva mostrato performance di mercato molto elevate. Grande afflusso per Hunger Games – La Ragazza di Fuoco e Iron Man 3 che insieme hanno raccolto 800 milioni di dollari. Tutto considerato l’anno trascorso con 1 miliardo e 343 milioni presenze va visto come un periodo di mantenimento del rapporto di fiducia fra spettatori e cinema e gli indicatori fra analisi di afflusso,rapporto di biglietti venduti per ogni abitante (tabelle a lati) possono indurre ad un moderato ottimismo sul feeling con il grande schermo. Qualche crepa,come anticipato,comincia a manifestarsi nel paese più cinefilo d’Europa che anche se mantiene la leadership continentale denuncia una perdita del 5.3% sui dodici mesi precedenti. In Francia sono state registrate 193 milioni di presenze con un rapporto di tre biglietti venduti per ogni abitante che significa ancora sotto ogni punto di vista il primato europeo,eppure il calo si manifesta stratificato a passi regolari per tutto l’anno con accentuata insistenza dopo l’estate. Probabilmente la mancanza di un blockbuster nazionale ha una qualche responsabilità. Il migliore del box office si è rivelato Frozen – Il Regno di Ghiaccio con 4.900.000 spettatori seguito da Lo Hobbit – La Desolazione di Smaug (4.700.000),mentre il primo successo francese è Le Prof al settimo posto con 4 milioni di biglietti venduti. Rompe la barriera dei 170 milioni per stabilirsi in caduta a 165 quello britannico ma il rapporto per abitante è ancora buono con 2,6 biglietti venduti nel 2013. Il box office finale del Regno Unito vede in testa Cattivissimo Me 2,poi La Desolazione di Smaug e Les Miserables.

Il campione in Germania è stata la commedia Fack ju Göhte dalla risultante di 5.800.000 presenze,secondo Lo Hobbit (4.900.000),terzo il Tarantino,Django Unchained (4.500.000) e Frozen (3.600.000). In una anno il box office tedesco ha perso 5,7 milioni di cinespettatori riducendosi a 130 milioni complessivi,allarmanti in considerazione di un basso indice di fedeltà cinema (1.6 per abitante) che equipara la Germania ai coefficienti dell’Europa del sud. In effetti questo indicatore spacca il continente in due tronconi che dividono la fidelizzazione cinematografica a due velocità e il paese dalle ambizioni di leadership economica mostra imbarazzanti livelli di retroguardia. La Russia in questa statistica è fanalino di coda (1.2) ma il dato osservato strettamente è in controtendenza con il totale 2013 in cui ha segnato +10,6% elevando il numero degli spettatori a 173 milioni con Stalingrad che ha monopolizzato attenzione con quasi 6 milioni e mezzo di presenze. Una considerevole apertura al cinema internazionale è stata sicura causa dell’interesse per il cinema in sala dei russi. Con la Spagna iniziano dolenti note perché nel giro di un anno è passata da 94 milioni di biglietti ai 79 attuali ma il 16% di caduta è stato reso possibile in gran parte per l’aumento dell’Iva sugli ingressi,passata in breve dall’8 al 21%. Capofila della classifica sono stati Lo Hobbit, Frozen e Cattivissimo Me 2,tutti sopra i due milioni di spettatori. Il dato dell’Italia è in aumento con 97 milioni di ingressi registrati ma tutto ciò non deve condurre ad una lettura surreale e parziale del momento perché è stato soltanto un film,Sole a Catinelle con 8 milioni di tagliandi strappati a salvare dal disastro il botteghino. Il trend del pubblico per un paese di sessanta milioni di abitanti viaggia sui minimi da anni (1.6 biglietti per abitante). Il fatto che sia stato il picco di un unico titolo a far saltare il banco rivela come in realtà ci troviamo di fronte ad un livellamento da encefalogramma piatto molto attuale e pericoloso. Le medie e le presenze generali rivelano interesse relativo per il cinema,questo è un aspetto fondato senza dubbio distante da interventi consolatori venati da ipocrita opportunismo.
22 febbraio 2014