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Ritorno in sala, Non sarà mai troppo tardi
A Cannes presentato uno studio sulla diminuzione del pubblico nelle sale
Oltre l’emergenza si denotano spiragli in Francia ma in Italia tutto è nero

Cannes 2022: Presentato dossier sulla salute del cinema
Cannes 2022: Presentato dossier sulla salute del cinema
Ad un anno dalla riapertura dei cinema in quasi tutta Europa si cominciano a tirare consuntivi e vedere se davanti alle problematiche possano sussistere prospettive fiduciose. Durante il Festival di Cannes ha presentato un rapporto articolato,CNC,l’istituto che regola le funzioni a sostegno della cinematografia in Francia. Partendo da un’indagine demoscopica realizzata su varie fasce d’età ha portato in luce lo stato di salute del grande schermo dopo il periodo pandemico. Le presenze in sala sono senza dubbio riprese ma dalla sintesi del dossier ci si aspettava una ripartenza più forte. Da maggio a dicembre 2021 il pubblico transalpino ha segnato 96 milioni di ingressi,mentre da inizio anno a tutto maggio 2022 il box office ha registrato un numero pari a 54 milioni di spettatori. Fino al 2019 il mercato francese era stabilizzato su 190/200 milioni annui. Tale quota diviene uno spartiacque di riferimento per comprendere il rosso e il nero del momento odierno che seppur in ascesa difficilmente tra sei/sette mesi presenterà di nuovo quelle cifre. Quello che l’indagine ci fa osservare con interesse più dei freddi numeri statistici sono le motivazioni del pubblico portato a esercitare verso il cinema visto in sala una diversa funzione attrattiva. I motivi vengono affrontati dal primo rapporto sociologico redatto nel continente che mette in collegamento il muro pandemico con la conseguente virata di percezione nell’indirizzo culturale o del tempo libero. Secondo il sondaggio gli spettatori vanno un po’ meno in sala sopratutto perché dopo il lungo torpore si è persa l’abitudine ad andarci (38%) con prevalenza nella fascia d’età più anziana. Molto indicativa nell’evitare la visione collettiva è risultata (33%) la voglia di non indossare una mascherina il cui obbligo peraltro è cessato a metà marzo scorso con la fine delle restrizioni sanitarie. Tra tutti questi fattori concatenati è emerso anche un elemento economico che vede i prezzi dei biglietti troppo cari (36%) mettendo in evidenza difficoltà più ampie emerse con la crisi economica del resto molto forte anche in Francia. Altri preferiscono la visione dei film su supporti alternativi (26%) che sotto l’emergenza pandemica sono decollati come le piattaforme streaming. In questo caso il campione ha fatto spiccare una preferenza femminile nel segmento di età prevalentemente giovane che all’inverso negli ultimi mesi sta un po’ regredendo. Difatti il primo trimestre 2022 coincide con un bilancio più modesto del settore streaming causa minori abbonamenti registrati particolarmente dalla maggiore società on demand,Netflix. Nonostante il bicchiere mezzo pieno il cinema francese post emergenziale se la passa abbastanza bene e nessuno in Europa ha saputo replicare in ognuna delle cinematografie locali dati di tal rilievo relativi alle produzioni domestiche. L’anno in corso fissa tra i primi dieci titoli ben cinque battenti bandiera di casa che superano il milione di presenze, Non Sposate le Mie Figlie! 3 (2.231.133), Il Lavoro Peggiore della Mia Vita (2.009.803) ,Super Hero Malgrè Lui (1.835.528), Luce - Accendi il Tuo Coraggio (1.322.583), En Corps (1.243.418). In Italia se le pellicole nazionali avessero raggiunto cifre simili si brinderebbe al miracolo,invece la realtà presenta i numeri più drammatici di tutta la storia distributiva. Solo alcuni film e tutti di provenienza Usa hanno evitato che esercenti grandi e piccoli chiudessero le attività,e non è una metafora dark. Per diretta comparazione nell’annata corrente il pubblico che sta frequentando i grandi schermi nella penisola rappresenta soltanto il 24% del complessivo francese analizzato,mentre quasi tutta la produzione nazionale non supera incassi totali tra 200/400 mila euro. Ormai gli spettatori nelle difficoltà odierne sembrano rifiutare i film italiani,che mostrano certamente minimo appeal,quanto in parallelo la difficoltà intrinseca,generalizzata,di non possedere il carisma vero che comunicano le grandi storie. Avremmo bisogno più della Francia di leggere uno studio che formulasse diagnosi e cure ma nessuno finora si è fatto avanti seriamente. Intanto in Italia,unica in Europa,continua l’obbligo sanitario nelle sale e questo rappresenta un ulteriore segnale di poca sensibilità verso il comparto,così si sono mosse le sigle associazionistiche di settore,Agis – Anec,dichiarando,” Inaccettabile continuare con questa strategia di penalizzazione delle sale cinematografiche,individuare forme più flessibili rimuovendo l’obbligo di usare mascherine”. Si prosegue alzando il tiro,”Si dichiari che si vuole condannare definitivamente ,lo spettacolo cinematografico in sala, favorendo gli sfruttamenti streaming dei film”. Silenzi e taciti assensi molto recentemente hanno lasciato spazi enormi alle armate dell’invasore ma in fondo non sarà mai troppo tardi per cercare di far tornare la gente al cinema.